I paradossi della Rai secondo il nostro amico e collaboratore da New York Dom Serafini. È stata decretata la chiusura di Rai Corp. Ma anche questa decisione ha dei costi, nientemeno che quasi il doppio del mantenimento in vita della struttura.
Certo che mi mancherá il Tg Rai che guardo religiosamente ogni sera alle 18:30 sul canale Tv pubblico di New York City, subito dopo il tg tedesco della Dw (alle 17:30) e della Bbc inglese (delle 18:00) e prima del tg francese di France 24 (delle 19:00). Questo servizio, fornito da Rai Corp., la consociata Rai a New York, é destinato a scomparire, come pure la stessa Rai Corp.
Sfortunatamente non posso abbonarmi al satellite (il mio palazzo é circondato da edifici alti che lo oscurano) e la Tv cavo é, oltre che molto costosa, molto invadente visto che obbligano ad acquistare dei pacchetti non interessanti se non addirittura nocivi per chi ha giovani figli. Mi mancherá, ma capisco la grave situazione economica che la Rai sta attraversando e che richiede tagli per 85 milioni di euro che si aggiungono alla manovra da 70 milioni varata nel maggio scorso.
La cosa che non capisco é i conti che hanno fatto, prima Vittorio Longati del reparto produzione Rai di Roma, quando recentemente é andato a visitare gli uffici della Rai Corp. a New York City, poi a Roma Gianfranco Comanducci, vicedirettore generale Rai.
Il risultato é che, il 2 dicembre, con una breve nota sui tagli che il direttore generale della Rai, Lorenza Lei intende effettuare, si è fatto sapere di voler licenziare in blocco il personale di Rai Corp. e spostare le corrispondenze giornalistiche presso gli uffici dell'agenzia stampa Ap. Lo stratagemma di appoggiarsi a strutture indipendenti ha fatto sí che la Rai potesse annunciare di “mantenere le corrispondenze di Berlino, Cairo, Gerusalemme, Londra, New York e Washington, Parigi e Pechino”, mentre verranno “chiusi gli uffici di corrispondenza di Nairobi, Nuova Delhi, Buenos Aires, Beirut, Istanbul, Mosca e Madrid”.
Le decisioni, a detta di alcuni dipendenti Rai di Roma, sarebbero “irreversibili” e per questo motivo a Rai Corp. vi é un senso di rassegnazione del tipo “prepariamoci a sloggiare”. Peró, precisano le nostre fonti romane, “in Rai tutto puó cambiare”.
Anche perché la Rai ha fatto i conti senza l'oste. Infatti, per quanto riguarda Rai Corp, essendo una societá americana, se si considerano i pagamenti ancora dovuti, chiuderla vorrebbe dire pagare di piú che per tenerla in vita.
Prima di tutto c'é l'affitto: un obbligo di 1,32 milioni di dollari l'anno, fino al 2020 (per un totale di 10,56 milioni di dollari). Poi ci sono 26 dipendenti che fanno parte del sindacato Nabet che non rinunceranno né allo stipendio né alla pensione: un obbligo calcolato intorno a 2 milioni di dollari l'anno che la Rai dovrá sicuramente pagare fino al pensionamento. Questo senza tener conto degli altri 17 dipendenti fuori dal sindacato che probabilmente ricorreranno al tribunale per far valere i loro diritti.
Per ció che riguarda i contratti con i fornitori si prevedono azioni legali senza fine che costringeranno la Rai a pagare varie multe, oltre alle somme pattuite. Infine, ma non per ultimo, l'affitto della linea cavo per le trasmissioni video (in associazione con l'Ebu) che la Rai dovrá continuare a pagare anche se non verrà utilizzata.
Inoltre, sostituire Rai Corp. con gli uffici Ap vuole dire pagare ulteriori affitti, il cui costo probabilmente sará destinato ad aumentare considerando che, tradizionalmente, la Rai non é mai stata maestra nel rispettare date e tempi. Infatti la Rai sará costretta a pagare gli straordinari alle troupes di supporto e costi extra per le varie produzioni che Rai Corp. ora effettua per conto della casa madre.
Da tener presente che nel 2012 ci saranno le elezioni presidenziali americane che, di solito, richiedono un enorme supporto logistico con costi molto elevati se affidati a personale indipendente.
In conclusione, secondo alcuni calcoli realizzati da esperti esterni alla Rai, chiudere Rai Corp., una societá creata nel 1960 da coloro che sono oggi riconosciuti come grandi leader della Rai, costerebbe per i prossimi otto anni oltre 85 milioni di dollari, contro i 45 milioni se tenuta in vita. Un risparmio di almeno 40 milioni di dollari.