L’Anica presenta un primo pre-consuntivo: spettatori + 6,5% rispetto al 2012.
Dopo due anni di perdita (di spettatori ed incassi), il 2013 sembra essere l'anno della ripresa per il cinema in Italia. I dati Cinetel, che rileva circa il 90% dell'intero mercato (i dati definitivi della Siae, ¬che arriveranno tra qualche mese, ¬generalmente confermano il trend), mostrano segnali incoraggianti.
Maggiori presenze e maggiori incassi, innanzitutto, ma ad aumentare è anche la quota di mercato nazionale. E 7 sono i titoli nostrani tra i primi 20 film come incassi. I dati sono confortanti, ma va subito precisato che il mercato del cinema 'theatrical' in Italia è ancora sottosviluppato, sottodimensionato rispetto alle potenzialità e soprattutto nel confronto di Paesi come la Francia (che veleggia su un totale di biglietti venduti doppio rispetto all'Italia, superiore, da tre anni, a 200 milioni l'anno): il consumo pro capite è ancora basso e gli italiani si confermano assai televisivi e ben pigri dal punto di vista della fruizione di cinema 'theatrical'. Basti osservare che il consumo pro capite è oltre 3 biglietti l'anno per abitante in Francia, mentre l'Italia era (e resta) a meno di 2 biglietti l'anno...
Nel 2013, sono stati venduti 97,4 milioni di biglietti, a fronte dei circa 91 milioni dell'anno precedente, con un incremento del 6,5%. Gli incassi hanno raggiunto i 618 milioni di euro, segnando un + 1,45 % rispetto al 2012. A crescere è anche il numero di film distribuiti, passati dai 364 del 2012 ai 453 del 2013, anche grazie alla digitalizzazione. Infine la quota di mercato dei film nazionali, in termini di presenze, ha raggiunto il 31%, a fronte di un 26,5% dello scorso anno.
I dati Cinetel hanno inoltre rilevato il calo del 'costo medio' del biglietto, sceso da 6,21 euro a 6,08, con una diminuzione di circa il 2% (ad essere più precisi, non si tratta del 'costo medio', bensì della spesa media per spettatore: i due concetti sono simili, ma non equivalenti).
L¹uscita 'in prima' al giovedì dei film in sala, decisione assunta nell'ottobre 2012, alla prova dei fatti si è dimostrata vincente. Nel 2013, l'incremento di presenze nella giornata del giovedì è stata pari al 25,7%, se confrontato con i dati 2012.
Anche le prime settimane del 2014 fanno presagire un anno positivo per il nostro cinema. In termini di biglietti staccati, dal 1° al 12 gennaio, è stato registrato un aumento del 35%, e del 36,5% per quanto riguarda gli incassi, se confrontati all'omologo periodo del 2013.
Dati quindi incoraggianti, anche in prospettiva europea. Basti pensare che Paesi come la Gran Bretagna o la Francia hanno chiuso l'anno con perdite pari al 5%, mentre la Spagna ha registrato addirittura - 17 %.
Anche in termini di quota di mercato, il nostro Paese occupa una posizione interessante, ha rimarcato più volte il presidente dell'Anica, Riccardo Tozzi nel corso della conferenza, visto che in Paesi come Germania e Regno Unito si attesta intorno al 9-10% ed in Francia si è attestata tra il 33 e il 34% (ma la Francia, da molti anni, grazie a politiche lungimiranti ed in parte 'protezionistiche' può vantare una quota di mercato significativa, per la propria produzione).
Approfondendo l'analisi dei dati, emerge però una realtà meno esaltante: la chiusura positiva dell'anno appena trascorso è attribuibile, quasi esclusivamente al film di Checco Zalone 'Sole a Catinelle', senza il quale anche l'Italia avrebbe chiuso l'anno al ribasso. Lo straordinario successo di Zalone ha infatti portato in sala circa 8 milioni di italiani, con un incasso di quasi 52 milioni di euro, dando al nostro cinema una boccata d'ossigeno.
È forse prematuro pensare che la crisi stia lentamente allentando la morsa, ma certamente la ripresa (per quanto influenzata dal successo 'monodimensionale' di Zalone) è un segnale molto importante, considerando i numerosi 'elementi di disturbo' per il cinema in sala, dalla pirateria audiovisiva, ¬rispetto alla quale Andrea Occhipinti ripone grandi speranze sul regolamento Agcom da poco approvato (che entrerà in vigore alla fine di marzo), ad un'offerta multipiattaforma sempre più ampia (si resta in attesa dell'annunciata offerta online cui sta lavorando l'Anica stessa).
Permangono comunque alcuni problemi, primo tra tutti l'alta concentrazione di uscite nel periodo ottobre/marzo e l'avvicendamento dei film eccessivamente rapido, che non consente a molti titoli di poter portare a termine la propria parabola, a fronte di una quasi totale penuria nel periodo estivo (patologia, questa, tipicamente italiana, caso unico o quasi in tutta Europa).
E forse troppe speranze nutrono alcuni operatori rispetto a fenomeni come l'anteprima cinematografica di un set di episodi del cartoon televisivo 'Peppa Pig': far convergere verso i cinematografi un pubblico spesso pigramente televisivo è ardua impresa, e non è quella dell'eventizzazione la pratica più lungimirante, in termini di marketing duraturo.
Quel che manca realmente, in Italia, è una strategia di comunicazione e politiche promozionali che possano stimolare la fruizione del cinema in sala, a partire proprio dalle reti televisive generaliste: in Rai, la 'promozione' del cinema è affidata alle vetuste trasmissioni notturne dell'ormai 'assente' Marzullo, mentre su Mediaset l'unica vera iniziativa è l'eccellente rotocalco 'SuperCinema', curato (con grande apprezzabile sforzo, a fronte della limitatezza delle risorse messe a disposizione) da Antonello Sarno. Ma certamente da sole non bastano.
Il Mibact, prima dell'Anica o dell'Agis, dovrebbe farsi carico di campagne promozionali adeguate. Ma non ci risulta che il Ministro Bray abbia mai mostrato particolare sensibilità verso queste tematiche.