In rapporto alle regole sempre più stringenti per i media stranieri imposte in Russia, la Cnn ha deciso di interrompere le trasmissioni nel Paese a partire dal 31 dicembre prossimo.
Di fronte a regole sempre più stringenti per i media stranieri la Cnn ha deciso di interrompere le trasmissioni in Russia a partire dal 31 dicembre prossimo. Time Warner ha comunicato ai network di trasmissione via cavo VimpelCom e Akado la decisione ed un rappresentante della compagnia ha dichiarato all'agenzia di stampa russa Tass che Time Warner sta "valutando le opzioni di distribuzione per la CNN in Russia alla luce delle recenti modifiche legislative sui media. Speriamo di essere in grado di rientrare sul mercato a tempo debito. Informeremo i nostri partner di un'eventuale ripresa dei servizi". Secondo indiscrezioni gli uffici della Cnn a Mosca non saranno penalizzati dalla decisione.
Quando la legge sui media, che ha superato le tre letture necessarie al Parlamento a settembre ed è stata firmata il mese scorso da Putin, avrà effetto, cioè a partire dal 2017, i media di proprietà straniera avranno maggiori limitazioni. La legge impone il limite del 20 per cento alla proprietà di qualsiasi mezzo di comunicazione da parte di soggetti stranieri (attualmente è il 50%) e proibisce a cittadini stranieri, ma anche a russi con doppio passaporto, di fondare nuovi media. Secondo la Tass, dietro la decisione della Cnn di lasciare la Russia ci sarebbero invece motivi di carattere commerciale.
Le ripercussioni della nuova norma (che - dicevamo - avrà validità dal 2017) si avranno anche su altri media, ad esempio il quotidiano Vedomosti, in parte di proprietà del 'Financial Times' e di 'The Wall Street Journal', e il quotidiano in lingua inglese 'Moscow Times'.
In realtà il settore russo dell'informazione ha prosperato negli ultimi decenni proprio grazie ai marchi e ai capitali stranieri che la nuova legge va a penalizzare e che rappresentano le poche e rare voci di opposizione al governo e alla presidenza russa.
Recentemente sono molte le stazioni radiofoniche passate sotto l'ala del Cremlino ma nel settore della carta stampata le tre principali case editrici - Hearst Shkulev Media, Burda e Sanoma Independent Media - sono per lo più a controllo straniero. D'altra parte la Russia ha incrementato i media in lingua straniera all'estero (Tv) per “rafforzare” l'immagine del Paese all'estero, contro i media stranieri ritenuti nemici o comunque che riportano (secondo il Cremlino) un'immagine distorta della politica e della Russia stessa. E le parole di Vadim Dengin, il deputato che ha presentato la legge a settembre, sono state chiare: “È la guerra fredda - ha detto Denign - , la guerra dell'informazione lanciata contro la Russia, a imporre leggi e azioni come questa".