Libri in profondo rosso: l’editoria libraria italiana alla deriva. Una ricerca Cepell-Nielsen: 1 italiano su 2 non legge neppure un libro all’anno.
Il Centro per il Libro e la Lettura (Cepell), istituto autonomo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo preposta alla divulgazione del libro e la lettura in Italia e alla promozione all'estero di cultura e autori nazionali, ha presentato il rapporto annuale dedicato alla situazione della lettura in Italia, affidato alla Nielsen. Uno scenario sconfortante: un italiano su due non legge neppure un libro l'anno.
È pur vero che da decenni nel nostro Paese si ha coscienza dello stato disastrato del rapporto degli italiani con il libro: in materia, si rimanda ad un eccellente testo di riferimento: Giovanni Solimine, “L'Italia che legge”, Laterza, 2010. Da anni, anche l'Istat fotografa una situazione in progressivo peggioramento, anche a causa di una sostanziale assenza di intervento da parte dello Stato. Nel marzo del 2013, la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha pubblicato un “Primo Rapporto sulla promozione della lettura in Italia”, affidato all'Associazione Forum del Libro, presieduta - giustappunto - da Solimine.
I dati Nielsen fotografano una situazione che peggiora di anno in anno. Si legge meno, si acquista meno. Mentre l'ebook in Italia stenta a decollare, il volume cartaceo continua a perdere terreno. Nel triennio 2011-2013, all'ulteriore calo dei lettori, passati dal 49% al 43% della popolazione, si è aggiunto quello degli acquirenti, passati dal 44% al 37% (con ciò si intende chi ha acquistato almeno 1 libro l'anno).
Gli acquirenti sono stati meno di 20milioni (19,5 milioni), i lettori appena 22,5 milioni. La spesa media per acquirente nel 2013 si è attestata a 57,4 euro, in ulteriore calo del 9% rispetto a quella del 2012. Se, da una parte, la crisi economica ha eroso una fetta di pubblico potenziale, dall'altra ad “abbandonare” il libro ci sono anche molti laureati e soggetti con buoni livelli reddituali. La lettura resta di fatto appannaggio di un'élite sociale, composta di anziani single, e di giovani (25-34 anni), prevalentemente donne. Basti pensare che il 4% della popolazione acquista ben il 36% dei libri totali.
La spesa nel triennio ha visto un calo progressivo: 1,5 miliardi di euro nel 2011, 1,3 miliardi nel 2012, 1,1 miliardi lo scorso anno. Dal 2010 al 2013 il settore ha perso oltre 250 milioni di euro ed il trimestre forte, quello che include le festività natalizie, appare dimezzato. E ancora una volta si evidenzia il forte gap esistente tra Nord e Sud della Penisola.
“La peggiore crisi dall'ultimo dopoguerra”: queste sono state le parole di apertura di Gian Arturo Ferrari, Presidente del Cepell, che lo scorso 20 marzo ha presentato, nella splendida cornice della Biblioteca Angelica di Roma, lo studio realizzato da Nielsen su un campione rappresentativo di ben 9.000 famiglie.
In apertura, Rosanna Rummo (Direttore Generale per le Biblioteche, gli Istituti Culturali e il Diritto d'Autore del Mibact) ha insistito sulla necessità di “un cambio di mentalità”, perché il libro non è soltanto “industria editoriale”, ma soprattutto l'identità di un Paese. Si è quindi interrogata sull'operato del Ministero che, se da una parte ha mostrato sensibilità nel promuovere il Centro, dall'altro non è stato in grado di dotarlo di risorse adeguate…
Poco più di 1 milione di euro l'anno: spiccioli se si pensa ai 20 milioni che assegnano al settore i cugini d'Oltralpe! Rummo ritiene comunque sia importante ripartire dai territori, promuovendo un lavoro concertato Regioni/Comuni. Inoltre, iniziative come i “festival letterari”, se da una parte hanno registrato grande successo, dall'altra necessitano di una maggiore continuità, e di una stabilizzazione e promozione che duri tutto l'anno.
Lidia Ravera (Assessore alla Cultura e alle Politiche Giovanili della Regione Lazio, oltre che narratrice di successo) si è dichiarata preoccupata, nella sua doppia veste. Ha dichiarato di esser rimasta fortemente colpita dal crollo dei maschi di età forte ed alto livello di istruzione, perché questo implica che la lettura, e la cultura più in generale, non vengono più considerate fattori di arricchimento. Per risalire la china, ha suggerito una drastica selezione dei prodotti da immettere sul mercato. L'autrice del mitico “Porci con le ali” e del recente “Piangi pure” ha inevitabilmente parlato della propria esperienza “locale”: come assessore regionale, intende invertire la tendenza verticistica: “Bisogna smettere di pensare alla minoranza 'nobile', e provare a fertilizzare il territorio del Lazio a partire dal basso”. Ha quindi proseguito ricordando che la Giunta Zingaretti ha rifinanziato la legge n. 16/2008, per la promozione e del libro, che era stata de-finanziata dalla Giunta Polverini (si tratta della L. R. 21 ottobre 2008, n. 16, “Iniziative ed interventi regionali in favore della promozione del libro, della lettura e delle piccole e medie imprese editoriali del Lazio”). Ed ha anche annunciato che sono stati reperiti 2 milioni di euro a favore delle biblioteche del Lazio.
L'Assessora è convinta che la logica giusta sia quella “della prossimità”: intende quindi promuovere iniziative volte a diffondere i libri nelle carceri, negli ospedali, nelle scuole, ovvero in tutti luoghi della sofferenza e dell'alfabetizzazione. In conclusione, ha sostenuto: “L'intelligenza dura molto più del corpo. Coloro che non leggono probabilmente non lo sanno. È dunque opportuno che qualcuno vada a dirglielo”.
Ci piace qui riportare quel che scriveva Solimine nel saggio del 2010: “Occhialuto, emaciato, con difficoltà a relazionarsi con gli altri, se è un uomo. Se donna, anche racchia e un po' snob. È una caricatura del lettore abituale, certo, ma molto resistente. Un'immagine distorta dovuta al fatto che il “lettore forte”, come l'Istat definisce chi legge almeno un libro al mese, è una persona che non fa parte della maggioranza degli italiani, è fuori dalla “norma”. Il lettore italiano risponde al profilo medio di un giovane dei centri urbani, sotto i 34 anni, che gode di un certo benessere e fra gli obiettivi di vita ha il miglioramento professionale e culturale. La maggior parte è donna. Poi ci sono 20 milioni di italiani che non leggono libri, e fra i non lettori assoluti (né di libri né di giornali) spiccano gli uomini adulti. Perché? Perché nella società italiana si sono affermati valori e stili di vita che evidentemente non riconoscono alla cultura, in particolare quella scritta, un ruolo di primo piano. Le iniziative di promozione del libro sono tante e diffuse sul territorio, basti pensare al “Manifesto per la lettura nato nel 2008” grazie all'alleanza fra editori, librai, biblioteche e insegnanti. Ma ancora c'è molto da fare”.
Sono trascorsi 4 anni, la situazione è peggiorata. E lo Stato resta a guardare...
(*) Responsabile di ricerca dell'Istituto italiano per l'Industria Culturale - IsICult.