Alle prese con le rapide innovazioni tecnologiche, che complicano moltissimo le rilevazioni di ascolto delle emittenti televisive, Auditel prepara importanti novità. Intanto la ricerca di base è stata affidata alla Ipsos e l’Autorità dal 2006 farà ‘intervenire’ nella materia anche l’Istat.
Oggi parliamo di Auditel, tema sempre di grande rilevanza, come è facile intuire. Per prima cosa, diamo conto di un'anticipazione davvero interessante sui metodi di rilevazione del futuro apparsa di recente, a cura di Auditel, sul bollettino della Frt 'Radio & Tv notizie'. Eccola:
«L'evoluzione delle tecnologie è destinata a incidere anche sulle tecniche di ricerca dell'ascolto televisivo. Sulla questione abbiamo chiesto ad Auditel un commento, che qui di seguito pubblichiamo.
"Lo sviluppo della DTT e, in generale, la deriva di tutte le diverse fonti televisive verso sistemi digitalizzati, sta impegnando Auditel nell'adozione di tecnologie sempre più avanzate per il rilevamento delle 'audience'. Un vero e proprio "giro di boa" è rappresentato dalla partenza del piano che, nel giro di pochi anni, porterà il sistema italiano a essere completamente rilevato da meter UNITAM di quarta generazione operanti con la soluzione CTS (Content Tracking System). Si tratta di una tecnica basata sulla comparazione delle tracce audio digitalizzate raccolte dai meter (sample stream) con le tracce audio raccolte in base, presso un elevato numero di "reference room", cioè delle centrali di raccolta, sparse sul territorio, che "catturano" tutto quanto viene trasmesso da ogni broadcaster televisivo.
L'operazione CTS rappresenta un notevole sforzo organizzativo ed economico compiuto da Auditel per affrontare e risolvere il problema della complessità della dotazione televisiva delle famiglie italiane che evolve rapidamente dal vecchio televisore (e, al massimo, da un videoregistratore) a un intreccio analogico/digitale, di decoder satellitari, digitale terrestre, e, domani, personal video recorder TIVO, cavo, fibra ottica, ADSL, ecc. Il vecchio semplice sistema analogico, ove bastava misurare le frequenze per identificare il canale, ha il fiato corto. Auditel, perciò, dovrà essere in grado di gestire tutte queste forme di trasmissione che potranno cOEsistere nella famiglia campione.
Il CTS è già operativo nel Regno Unito dal 2002 per la Tv digitale, dove si affianca al Service Information (cioè alle informazioni prelevate direttamente dalle porte seriali dei decoder), metodo che è attivo, anche in Italia, per i canali satellitari Sky. In pratica, per un periodo di transizione, Auditel garantirà la rilevazione ricorrendo a tre tecniche: l'attuale PDC (cioè i codici identificativi trasmessi dalle emittenti), la raccolta delle Service Information e il nuovissimo CTS/UNITAM.
Il PDC - come tutti i sistemi che "dipendono" dalla collaborazione delle emittenti che trasmettono un codice - sarà gradualmente abbandonato. Il nuovo mondo digitale porta con sé una serie di conseguenze per cui ad Auditel non sarà più possibile "vedere" la totalità delle emittenti che trasmettono ma solamente quelle che chiedono di essere messe "in prova" o di essere pubblicate. Poiché ogni emittente deve essere accompagnata dalle relative "postazioni di raccolta" (che registrano tutti i programmi trasmessi), è ovvio che la richiesta di "prova" dovrà essere fatta con almeno 15 giorni di anticipo rispetto al periodo da produrre per consentire l'allestimento, mentre non sarà più possibile ottenere informazioni "retroattive".
La creazione (ineluttabile) di questo nuovo sistema, mentre garantirà un'informazione sempre più sicura, implica, da parte delle emittenti, una partecipazione più attiva che nel passato. Le emittenti prodotte dovranno fornire informazioni, in maniera più sistematica di quanto non avvenga oggi, circa i propri bacini di trasmissione (e copertura). Soprattutto occorrerà segnalare, in dettaglio, eventuali fasce di trasmissione a contenuti differenziati. Anche perché soltanto la corretta comparazione tra quanto realmente andato in onda e quanto registrato dal sistema CTS consentirà la produzione del dato di ascolto"».
Ma non è solo questo che sta cambiando ad Auditel. La ricerca di base di Auditel, un'indagine che orienta il campione della rilevazione meter e costituisce uno strumento fondamentale che consente di accedere ad informazioni utili per un migliore conoscenza dell'utenza e dell'attività di ogni impresa televisiva, è stata affidata infatti di recente alla Ipsos guidata da Nando Pagnoncelli, il cui progetto è stato preferito rispetto a quelli di Agb (che effettua le le rilevazioni Auditel e finora curava anche l'indagine di base) e Doxa.
"Senza che questo dipendesse da alcuna pressione o richiesta - ha precisato il direttore generale di Auditel Walter Pancini - , abbiamo deciso di rafforzare la ricerca, portandola da 20.000 a 30.000 casi e prevedendo nove 'wave' (cicli di verifica) nel corso dell'anno. Come in Inghilterra, adesso, saranno diverse, ma lavoreranno in armonia, la società che cura la rilevazione delle audience e quella che effettua l'indagine di base".
Il rapporto con Agb, beninteso, rimane saldo, anche se l'appartenenza della società guidata da Alberto Colussi al colosso pubblicitario e quasi 'monopolista' Wpp può anche aver avuto un'influenza nella scelta del progetto Ipsos.
E mentre sono in corso presso l'Autorità tutta una serie di audizioni sul tema delle indagini d'ascolto, ecco che si prospettano ulteriori importanti cambiamenti nel 2006, con un ruolo più attivo della stessa Authority in materia e l'intervento dell'Istat, che sarà chiamata a fornire nuovi criteri metodologici per le ricerche. Auditel in proposito si è detta pronta alla collaborazione con l'Autorità e con l'Istat, mentre resta per adesso nebuloso come si possano affiancare ai dati quantitativi almeno alcuni dati qualitativi, come richiesto da più parti.
Restano invece irrisolte, per adesso, le 'vertenze' aperte: con Sky, dopo lunghi confronti, non c'è ancora accordo per iniziare la rilevazione dei canali del gruppo, mentre la diffusione di dati sulle singole emittenti via sat è vietata da una sentenza del Tribunale di Milano, ottenuta dopo una dura battaglia legale dalla Sitcom di Valter La Tona.
Qualcuno tenta infine di prospettare possibili 'alternative totali'. Oltre all'attivissima Eurisko, si tratta stavolta della società Akerue, un'azienda tutta italiana fondata da Andrea Lombardo, Stefano Magni e Andrea Mezzasalma, che si basa su meter che gli ascoltatori del campione portano addosso e che catturano il segnale audio dei programmi seguiti. Il sistema è considerato (almeno da alcuni) 'ingegnoso' e avrebbe avuto un buon successo anche in alcuni Paesi esteri, come la Gran Bretagna, dove vi sarebbe stato il 'gradimento' della società che cura gli ascolti radio, la Rajar.