Il 9 febbraio l’Agcom – Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha organizzato presso la Sala della Lupa a Montecitorio il workshop dal titolo “Sicuri sul web per una navigazione consapevole”. Presenti anche gli operatori principali del mondo degli 'old media'
Il 7 febbraio è ricorsa la XIV edizione della “Giornata nazionale della sicurezza sul web”, iniziativa promossa nel 2004 dall’Unione Europea per stimolare ogni anno dibattiti e occasioni di riflessione sul tema di un utilizzo consapevole e sicuro della rete. Tutta la settimana scorsa è stata fitta di iniziative (coordinate dal consorzio Generazioni Connesse, di cui è capo fila il Ministero dell’Istruzione, Ricerca, Università), culminate giovedì 9 febbraio con il workshop, organizzato presso la Sala della Lupa a Montecitorio, dall’Agcom – Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, dal titolo “Sicuri sul web per una navigazione consapevole”. Eloquente il sottotitolo della affollata kermesse: “Quali tutele contro ogni discriminazione, hate speech, cyber bullismo e diffusione di false notizie?”.
Presenti tutte le “parti in causa” (in primis gli operatori, da Rai a Mediaset a La7, così come Telecom Italia, Vodafone, Wind-Tre…), in una densa mattinata strutturata in tre panel, condotti rispettivamente dai Commissari Agcom Antonio Martusciello, Antonio Nicita e Francesco Posteraro.
Molto forte l’attacco in apertura della Presidente della Camera Laura Boldrini contro Facebook, accusato di fornire risposte troppo generiche in maniera di hate-speech e fake news, e di non aver mantenuto le promesse che Richard Allan, il Vice Presidente del colosso statunitense aveva assunto in occasione di una recente visita romana: la Boldrini aveva richiesto l’inserimento di icone per evidenziare messaggi di odio, la creazione di un numero verde e, considerati i 28 milioni di utenti italiani sulla piattaforma social, l’attivazione di un ufficio operativo proprio per affrontare queste criticità (agevole segnalazione e tempestiva rimozione). In tema di fake news Boldrini ricorda che non si tratta di goliardate, ma spesso di operazioni strutturate per far soldi o delegittimare le persone, movimenti, associazioni, partiti. In chiusura, ha sottolineato come la nuova frontiera della violenza sulle donne passi proprio attraverso la rete. E, più in generale in materia di cyberbullismo, la Presidente ha ricordato che l’odio sta marcando il discorso pubblico e la politica è chiamata ad intervenire.
Non si tratta di fenomeni episodici, ha rincarato la dose il Presidente dell’Agcom Angelo Marcello Cardani, ma ci si trova di fronte a un problema veramente serio, che rischia di “spazzare via una intera generazione”!
Quanto alle notizie false, il Presidente Agcom ha informato che l'Autorità sta valutando come mettere a punto uno strumento contro il fenomeno delle “bufale”, attraverso una possibile estensione al web del diritto di rettifica previsto dalle attuali normative sulla stampa.
Sul tema della rettifica su web, è intervenuto anche il commissario Martusciello, ricordando l’impossibilità di applicare le regole vigenti sui servizi di comunicazione anche ad internet. E proprio perché la rete si configura come un luogo privo di regole, ecco che l’educazione digitale emerge in tutta la sua importanza. La rete non è la sede del“male”, ma è fondamentale navigare con una idonea preparazione. Prima ad esser chiamata in causa è la Rai, che come servizio pubblico dovrebbe operarsi in questa direzione.
Sconcerto da parte di Gina Nieri di Mediaset perché ancora non esista un quadro chiaro su come operare in questi spazi “a-regolati”, visto che la dignità della persona e i diritti fondamentali andrebbero tutelati sia nello spazio offline che in quello online.
Il workshop ha riproposto una questione nodale: gli “old media”, come la televisione, sono sottoposti a regolazioni rigide, mentre i “new media”, ovvero le “social platform”, operano con assoluta libertà. Si tratta di una asimmetria che non può essere più tollerata, in una prospettiva di sana “ecologia dei media”.
Per Nicita, fake news ed hate speech sono due realtà tra loro fortemente legate, in quanto le prime non rappresentano altro che l’epifenomeno di discorsi di odio, che naturalmente contribuiscono ad alimentare. È molto importante, ha ribadito “promuovere un approccio multistakeholder alla tutela delle libertà e di tutti i diritti in Rete, valorizzando le esperienze maturate nella tutela del pluralismo sociale sui mezzi di comunicazione tradizionali.” Tra le misure possibili di cui si è discusso nella densa mattinata dei lavori, sembra essere prevalsa l’autoregolazione, con un coinvolgimento di tutti gli attori in gioco, anche se emergono prospettive di co-regolamentazione. L’autoregolazione è stata invocata ovviamente dai “player”, mentre i soggetti pubblici (Agcom, Parlamento, Governo, ma anche Commissione Europea) sembrano orientarsi tutti verso logiche di “co-regolazione”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il Garante Antitrust Giovanni Pitruzzella, che ritiene fondamentale l’interazione con i grandi operatori della rete, definendo lo Stato linee-guida essenziali ed affidando alle “authority” la funzione di controllo e vigilanza.
Tutti i partecipanti al workshop hanno condiviso un concetto essenziale: è ormai chiaro che oggi non si possa più parlare di “mondo reale” e “mondo digitale” come se fossero entità separate, dal momento che si assiste ad un crescente “mescolamento” delle due realtà. Certo è che i fenomeni e le interazioni in rete hanno sempre maggiori ripercussioni nella vita reale (vedi alla voce suicidi a causa di cyberbullismo) e trovare una strada rapida ed efficace per difendere le tante potenziali vittime appare un cammino obbligato e di urgente realizzazione.