Pareva impossibile, finora, e invece alla fine è successo. Un personaggio di prima grandezza come Enrico Mentana trova una buona collocazione al Tg di La7, dove tutto lascia credere che non svolgerà il ruolo di comparsa. Torna in prima linea – in realtà – dopo diversi mesi trascorsi ad attendere ‘qualcosa’. Già, ma cosa e perché solo adesso? Dopo aver concluso l’accordo con Mediaset per risolvere ogni vertenza residua, forse la speranza del gruppo di Confalonieri e Berlusconi era che Mentana rim…
Pareva impossibile, finora, e invece alla fine è successo. Un personaggio di prima grandezza come Enrico Mentana trova una buona collocazione al Tg di La7, dove tutto lascia credere che non svolgerà il ruolo di comparsa. Torna in prima linea - in realtà - dopo diversi mesi trascorsi ad attendere 'qualcosa'. Già, ma cosa e perché solo adesso?
Dopo aver concluso l'accordo con Mediaset per risolvere ogni vertenza residua, forse la speranza del gruppo di Confalonieri e Berlusconi era che Mentana rimanesse ancora in questa specie di 'limbo', in cui al massimo poteva essere o l'ospite illustre di una serata o un direttore “d'occasione”, come era capitato con la nota “Mentana condicio” della Rcs on line. Insomma, nulla di realmente impegnativo, di duraturo, nessuna scelta di un gruppo diverso da Mediaset (tantomeno la Rai, per dire) e, se proprio poi voleva fare qualcosa, perché non dimenticare le incomprensioni precedenti e rientrare nel gruppo? Magari ancora a 'Matrix', che insomma, non è più lo stesso da quando...
Le cose sono andate diversamente, per una volta, e ora lo sforzo sarà cercare di capire quello che è realmente successo. La7, finora, era, diciamolo, una bella rete. Faceva programmi interessanti, apprezzati, 'diversi' dalle altre, ma era rimasta una Tv che 'aspirava' a un posto al sole, senza averlo trovato. Emittente dai conti eternamente in rosso, si reggeva sulla volontà di Telecom Italia di sostenerla ancora, su qualche cessione programmata (la pay-tv a Dahlia) e su equilibri politici delicatissimi da sostenere (una Tv sostanzialmente 'di sinistra', diciamo così, ma non 'da battaglia' come RaiTre); soprattutto non poteva competere su terreni come il calcio, la fiction, gli show e che quindi restava nella nicchia di un 3% per cento degli ascolti al massimo, quando andava bene.
Chi ripensa alla nascita di La7 ricorda una vicenda diversa: nelle intenzioni di Pelliccioli e Colaninno di alcuni anni fa La7 doveva essere una reale alternativa a Mediaset e Rai e la famosa vicenda di Fabio Fazio (e altri) rimase emblematica di come un progetto di concorrenza televisiva possa essere ucciso nella culla con un'azione di tipo politico.
Da allora le cose si sono trascinate avanti in forma 'minore' ma per un'alchimia del destino forse La7 è riuscita a trovare una nicchia di ascolti lo stesso e una sua strada interessante anche sul piano del linguaggio televisivo.
Mentana però cambia tutto. Il suo arrivo è di quelli che segnano un cambio di indirizzo. Lo stesso fatto che i telespettatori trovino all'ora del Tg (e in determinate trasmissioni speciali) proprio lui, 'Mitraglia', con la sua parlantina, la sua sicurezza da giornalista di razza, la sua capacità di fare benissimo anche il direttore d'orchestra di una redazione che probabilmente non aspetta altro che di essere ben diretta e valorizzata, porterà pubblico e attenzione mediatica. L'ora della Tv 'bella ma élitaria' sembra finita.
Come mai questo è potuto accadere adesso e che cosa cambia realmente sul mercato televisivo italiano, che pareva destinato a un eterno duello fra Mediaset e Sky, con la Rai a oscillare (da 'comparsa', purtroppo, alla fine) a seconda della volontà del potere politico di turno?
Al momento non ci sono risposte precise ma le cercheremo e ne parleremo con attenzione sui prossimi numeri.
Mentre andiamo in stampa è uscito sulla Gazzetta Ufficiale il piano delle frequenze dell'Authority. Si tratta di un documento che crea un mare di preoccupazioni fra le Tv locali, come avevamo previsto, e che arriva tardi e malissimo. Malissimo perché, dopo che diverse regioni sono già passate al digitale con altro 'metodo', sembra riservare alle Tv locali per la maggior parte 'frequenze di scarto' e per giunta senza compatibilizzazione reale a livello internazionale. Sullo switch off lombardo di settembre calano pesanti interrogativi. Ne riparleremo.