Si è finalmente conclusa l’importante indagine dell’Authority di Cheli sulle famose “posizioni dominanti” in Tv, ovvero sul superamento da parte di Rai e Mediaset della quota del 30% del mercato. Fra meno di un mese le decisioniO
In astratto poteva sembrare una specie di "spauracchio" per il duopolio, nella realtà si è rivelato poco più di un (molto teorico) limite antitrust che è stato finora possibile "aggirare" senza troppi problemi. Si tratta della questione delle famose "posizioni dominanti" sul mercato televisivo (che cioè creino un'eccessiva concentrazione in capo a soggetti che oltrepassino singolarmente la quota del 30% di questo mercato), che l'Authority di Cheli deve per legge accertare periodicamente.
L'operazione è in effetti stata compiuta una prima volta qualche tempo fa, con riferimento all'anno 1997 e anche allora era stata accertato ciò che, anche a prima vista, sembra ovvio, cioè che Rai e Mediaset vanno ben oltre la quota del 30% e dunque dovrebbero essere sanzionate. Non lo si fece allora perché la stessa legge offriva una via d'uscita (per rendere probabilmente appunto più teorica che reale la norma antistrust in questione) e consentì dunque all'Autorità di parlare di "sviluppo spontaneo" sul mercato da parte delle due reti televisive in questione (e delle loro concessionarie Sipra e Publitalia).
Ora ci risiamo e la "scappatoia" dello sviluppo spontaneo stavolta dovrebbe essere preclusa (la legge non la prevede infatti per questa "seconda battuta"). In effetti, come era prevedibile, l'Authority ha già accertato che le posizioni dominanti di cui sopra sussistono o meglio hanno continuato a sussistere anche nel triennio 1998-2000 preso in esame (cosa evidente per tutti, o quasi). Ma l'istruttoria sulla questione era stata comunque portata avanti nei mesi scorsi con attenzione e cautela, data anche la delicatezza della materia che in teoria (ma appunto soprattutto in teoria) dovrebbe portare obbligatoriamente a un maggiore pluralismo in Tv.
Ed ecco che ora siano arrivati ai tempi supplementari: l'istruttoria formale ha avuto una sua conclusione, che è stata comunicata alle stesse Rai e Mediaset e anche alle altre Tv interessate e, a occhio, non potrà essere diversa dalla logica, e cioè confermare l'esistenza in Italia di una formidabile concentrazione televisiva, con Mediaset ma anche e soprattutto Rai oltre le quote di mercato stabilite quale "tetto" massimo.
Cheli dovrebbe ora prendere una decisione in merito (e forse comminare sanzioni per cambiare la situazione) entro l'inizio di luglio, prima della relazione alle Camere dello stesso presidente dell'Autorità (10 luglio).
La teoria dunque ci fa prevedere guai in vista per i due "colossi televisivi italiani", con un po' più di concretezza rispetto al passato; la pratica invece ci offre uno scenario, naturalmente, un po' diverso: la legge Gasparri in discussione al Senato (e che forse sarà approvata prima delle ferie estive), infatti, prevede, nella sua stesura originaria (che si cercherà di ripristinare da parte della maggioranza di Governo), la cancellazione di ogni limite sul singolo mercato dei media, fatto salvo quello del 20% sul totale delle risorse del mercato della comunicazione.
A quel punto, Cheli o non Cheli, sarebbe fatta... (Mauro Roffi).