Nonostante l’ostruzionismo del Polo, il Senato è riuscito ad approvare un testo di legge sul conflitto di interessi assai diverso da quello a suo tempo varato dalla Camera, abbastanza blando e votato dalla stessa Forza Italia.
Sulla base del provvedimento (che naturalmente deve tornare alla Camera, ove ci sono scarse possibilità di approvazione entro la fine della Legislatura) non può assumere cariche di Governo chi abbia un patrimonio superiore ai 15 miliardi relativi ad attività finanziarie e imprenditoriali o per le quali sia prevista una concessione pubblica (come, appunto, le Tv private).
Due le soluzioni in caso di conflitto di interessi (appunto): vendita delle attività o trasferimento delle stesse ad un gestore fiduciario scelto da un collegio di Garanti composto dal presidente dell'Antitrust, dal presidente della Consob e dal presidente dell'Autorità di regolazione del settore coinvolto.
Pesanti le sanzioni in caso di inadempienza, da quelle finanziarie alla stessa revoca delle concessioni coinvolte nella questione.
Con questa legge si regola finalmente in modo rigoroso un problema di grandissima importanza per il sistema democratico che affligge la nostra politica e le nostre istituzioni da quando, ormai sei anni fa, Silvio Berlusconi decise di "scendere in campo".
Si ricorderanno le Commissioni insediate dallo stesso Berlusconi Presidente del Consiglio nel '94 e poi la precedente versione della legge votata dalla Camera qualche anno fa, di comune accordo fra Polo e Ulivo (di fatto) allo scopo di salvare la Bicamerale (che venne poi ugualmente sciolta).
Naturalmente contro la legge hanno tuonato i leader del Polo e lo stesso Berlusconi.
Che peraltro hanno ancora parecchie frecce al proprio arco, proprio perché più forti alla Camera e probabilmente in grado di rintuzzare il tentativo di approvazione definitiva della legge, se il Centro-Sinistra davvero proverà a farlo.
Rutelli e gli altri leaders dell'Ulivo si accontentano comunque di questo primo successo, che costituirà, a loro dire, un 'precedente' anche per la prossima Legislatura.
Ma la sensazione, per il Centro-Sinistra, è quella di una possibile classica "vittoria di Pirro".