Quella approvata dalla Camera la scorsa settimana e al centro di ferocissime polemiche in questi giorni è una legge sul conflitto di interessi che appare cucita su misura sulla taglia del Presidente del Consiglio
che è anche ministro degli Esteri (ormai da diverse settimane), che è anche capo indiscusso di Forza Italia, che è anche leader della Casa delle Libertà, che è anche (soprattutto) proprietario delle tre reti televisive di Mediaset, dei periodici, libri e media vari della Mondadori, della più importante casa di distribuzione cinematografica e di un impero economico complessivo di grandissime proporzioni, che è anche proprietario e presidente del Milan.
Comunque sia, di tutto questo accumulo clamoroso di possedimenti e cariche, con nessun eguale in Europa e forse nel mondo, Silvio Berlusconi,
se la nuova legge sarà confermata anche dal Senato, dovrà rinunciare solo al Milan, non già alla proprietà ma alla presidenza, che peraltro
potrebbe andare al figlio Piersilvio, già in "pole position" nelle reti televisive, mentre la figlia Marina si occupa della finanziaria Fininvest, il fratello Paolo è il principale socio del "Giornale" (con accanto Silvio stesso) e la moglie Veronica Lario pensa al "Foglio" di Giuliano Ferrara.
Fedele Confalonieri, che è capo del management di Mediaset, resta invece condannato a non poter fare altro: per lui vige infatti un rigido principio di incompatibilità con le cariche di Governo. Con un emendamento ad hoc introdotto in sede di discussione alla Camera è stato stabilito invece che tra la "mera proprietà" delle reti televisive e gli incarichi di Governo non c'è proprio alcuna incompatibilità.
Abbandonate anche le proposte dell'ex presidente della Corte Costituzionale Caianiello, si è tornati al blando testo originario, appena
rivisto, del ministro Frattini. A vigilare sugli atti del Governo, onde evitare "favoritismi" verso aziende di proprietà di ministri, ci penserà l'Autorità Antitrust, che però non avrà poteri sanzionatori ma segnalerà eventuali "casi" al Parlamento, a netta maggioranza di Centro-Destra, che penserà a come "punire" opportunamente.
La legge, si dice adesso, potrebbe anche essere migliorata al Senato. Volendo, non sarebbe molto difficile...
Mauro Roffi |