Con un totale di 143 sì, 110 no e due astenuti il Senato ha approvato la legge sul conflitto di interessi, che ora ripassa alla Camera.
C'era da aspettarselo, è stata una seduta piuttosto turbolenta. Tra inni di Mameli, tricolori, cori al grido di "Libertà...Libertà...Libertà" e una sospensione operata dal presidente Marcello Pera il Senato ha approvato la legge sul conflitto di interessi, destinata quindi ora alla seconda valutazione della Camera.
Diversi i commenti: "La nostra Repubblica si fonda non più sul lavoro ma sul conflitto d'interessi. Bisogna modificare la Costituzione - dice ironicamente il senatore DS Stefano Passigli, relatore di minoranza della legge sul conflitto di interessi - . Fino a ieri Berlusconi era Presidente del Consiglio, proprietario di Mediaset e padrone indiretto della Rai. Oggi Berlusconi resta Presidente del Consiglio, proprietario di Mediaset e padrone indiretto della Rai".
I Ds in aula sembrano voler scegliere il referendum. "Il grande imbroglio di una legge che copre un macroscopico caso di conflitto d'interessi e lo fa anzi diventare normale e giuridicamente accettabile - affermano Cesare Salvi e Massimo Villone - va corretto con il principale strumento della democrazia: il voto attraverso il referendum".