Dopo le indiscrezioni su una ‘insoddisfazione’ in sede europea sulla “soluzioni” ipotizzate per aprire il sistema televisivo nello scenario digitale a nuovi soggetti, superando la Gasparri e la possibile procedura di infrazione europea in merito, ecco le valutazioni del sottosegretario Paolo Romani.
Romani ha reagito soprattutto ad alcune dichiarazioni dell'ex ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni, del PD. Eccole:
''Come volevasi dimostrare. La procedura di infrazione UE contro la Legge Gasparri non è stata affatto archiviata e la mancata apertura del mercato delle frequenze è una grave ipoteca sulla transizione al digitale nel nostro Paese. L'anno scorso il Governo aveva presentato in fretta e furia un decreto che, col pretesto di sanare la procedura di infrazione, dava una ulteriore legittimazione all'occupazione di fatto delle frequenze da parte di emittenti come Rete 4 prive di concessione. Allora riuscimmo a sventare l'operazione 'salvafrequenze di Rete 4' e oggi la UE conferma le nostre ragioni di allora: il decreto non serviva a chiudere la procedura di infrazione.
Ora bisogna tornare alla logica di apertura del mercato che ispirava il disegno di legge del Governo Prodi. Solo mettendo un limite alle frequenze dei grandi broadcaster e consentendo agli altri editori e ai nuovi entranti di concorrere per aggiudicarsi le rimanenti, si potrà rendere il digitale terrestre italiano cOErente con le norme comunitarie''.
Ieri si è saputo poi che prima o dopo il consiglio dei ministri delle Comunicazioni dell'Unione Europea, che si terrà la prossima settimana a Praga, l'Italia vedrà i rappresentanti dell'UE per chiarire la sua posizione in merito alle gare per assegnare i nuovi multiplex, liberati con il passaggio al digitale terrestre.
Lo ha annunciato proprio il sottosegretario alle comunicazioni, Paolo Romani, a margine della presentazione del nuovo portale della Rai.
Quanto alle contestazioni dell'Unione Europea sulla possibilità anche per gli operatori già in possesso di frequenze di partecipare alle gare per i nuovi multiplex, il sottosegretario ha ribadito di ''ritenere impossibile escludere chicchessia (i vecchi e i nuovi operatori) da una gara. Si tratta ora di capire come si possa fare perchè la gara sia rispettosa dei parametri europei. Non si può penalizzare chi ha comprato le frequenze per fare i canali digitali escludendolo dalla gara. Trovo incompatibile questo con la legge italiana e con la legge del buon senso''.
La questione - per capirci - è la seguente: se rispetto alla situazione attuale (dove Rai e Mediaset, nella Sardegna digitalizzata, hanno sei mux digitali a testa; in più Mediaset 'si appoggia' per alcuni suoi canali anche a D-Free), Rai, Mediaset e magari anche Telecom Italia dovessero 'sacrificare' un mux, liberando i famosi cinque mux da "mettere in gara", potrebbero poi gli stessi Rai, Mediaset e Telecom concorrere alla gara di cui sopra, magari con serie possibilità di vittoriaO Per Romani la risposta è sì e si capiscono allora le perplessità europee.
Ma torniamo alle dichiarazioni di Romani: ''Sono sei mesi che ci muoviamo. E nella lettera che l'UE ci ha inviato si dà conto del fatto che il nostro Governo si è mosso molto sia sull'accesso ai siti, sia sul dividendo digitale, sia ancora sulla gara per i nuovi multiplex e anche sulla questione di Europa 7. Mancano alcuni passaggi finali, anche se sono convinto che se non ci fossero in Italia 550 emittenti locali avremmo un dividendo digitale straordinario''.
E poi, sempre sul digitale, ma riferendosi al problema del Piemonte, regione orograficamente complessa e dunque a rischio oscuramento soprattutto nelle valli a partire dal 20 maggio col passaggio alla nuova tecnologia per RaiDue e Rete 4, Romani ha ammesso che ''un problema tecnico c'è ma è oggettivamente risolvibile e lo stiamo risolvendo''.
Poi la polemica risposta di Romani a Gentiloni:
"In nessun momento è stata messa in discussione dall'UE la legittimità e l'efficacia del decreto del giugno scorso, così come nessuno ha mai detto che la procedura di infrazione fosse archiviata. Il dialogo costruttivo con le Commissarie Reding e KrOEs, attivato immediatamente da questo Ministero, riguarda due temi di carattere tecnico e prosegue con l'obiettivo di arrivare ad un risultato positivo, come conferma la stessa lettera nella quale le Commissarie propongono. L'utilità di questi contatti, forse sottovalutata dal Governo precedente, è rimarcata anche dal portavoce della Commissaria alla concorrenza KrOEs.
È una trattativa utile che ha avuto come punto di partenza proprio il decreto, a cui fa riferimento in modo improprio e del tutto strumentale l'ex ministro, che sanava alcune richieste avanzate dalla Commissione stessa e dimenticate per lungo tempo nei cassetti del Ministero. Così come era stato il dossier Centro Europa 7 che poteva essere affrontato fin dal 2006 e da questo ministero risolto nel giro di pochi mesi con l'assegnazione del Canale 8 come ha sentenziato il Consiglio di Stato.
La logica dell'apertura del mercato non è certo un'esclusiva di Gentiloni. L'anticipo del passaggio dall'analogico al digitale terrestre è stato deciso proprio per andare incontro all'esigenza di favorire l'ingresso di nuovi soggetti nel panorama radiotelevisivo italiano e di moltiplicare in senso quantitativo e qualitativo l'offerta al telespettatore. Un'operazione ormai irreversibile, senza ipoteche di sorta, che va portata avanti con equilibrio e trasparenza, nel rispetto delle norme comunitarie, armonizzando le aspettative ed i diritti di nuovi operatori che vogliono entrare nel mercato, a quelli di chi nel mercato c'è già e ha fatto ingenti investimenti".
Mauro Roffi