Corecom Campania: le puntualizzazioni di Del Grosso

Sulla questione del Corecom della Campania – ma anche sui problemi dei Corecom più in generale – abbiamo ricevuto una serie di utilissime precisazioni da Remigio Del Grosso, vicepresidente del Comitato Media e Minori.

Da Remigio Del Grosso, Vicepresidente del Comitato Media e Minori, abbiamo ricevuto alcune utili e interessanti precisazioni sulla questione del Corecom della Campania, oggetto di una nostra recente news:

«Per quanto riguarda l'incresciosa situazione del Corecom Campania, mi corre l'obbligo di precisare ­ anche per aver seguito da vicino la precedente vicenda che lo riguardava ­ che è proprio l'esatto contrario di quanto affermato da CNT e dall'amico Lucci. La sentenza dei giudici amministrativi di cui si parla, infatti, aveva sconfessato la decisione della Giunta Caldoro di far decadere, prima del termine naturale dei cinque anni, i membri del Corecom perchè era cambiata la maggioranza dell'assemblea regionale che li aveva nominati. Era stata, infatti, approvata una legge che, in qualche modo, allineava la durata del Corecom a quella della Regione.

Il Tar ha detto che non si poteva fare e che il Corecom doveva durare fino alla sua naturale scadenza, prevista appunto per novembre 2013. Coerentemente la Regione ha avviato in tempo la procedura per il rinnovo che però, stranamente, è stata bloccata dalla decisione di quasi tutti i partiti rappresentanti in assemblea regionale di ridurre i membri del Corecom. Poichè i tempi si sono allungati, è terminata la prorogatio dello stesso Corecom ed il presidente Romano non ha potuto fare a meno di commissariare l'organismo. Che poi Festa non sia mai piaciuto alla maggioranza di centro-destra, è un altro discorso. Certo, sarebbe grave se la distribuzione dei contributi governativi alle emittenti locali avvenisse in regime di commissariamento, senza la necessaria supervisione dei (presunti) 'controllori' membri del Corecom».

Ma Del Grosso ci ha inviato anche un'altra serie di utilissime informazioni su altri situazioni che riguardano i Corecom italiani. Eccole:

«La vicenda della Campania è sconcertante, ma non è la prima, nè probabilmente l'ultima nel tormentato panorama dei Corecom, organi 'bicefali' dipendenti organizzativamente dalle Regioni e funzionalmente dall'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.
Qualche giorno fa, ad esempio, mentre la grande Campania sta cercando di ridurre a tre i membri del proprio Corecom, il minuscolo parallelo organismo della provincia di Trento ne ha appena nominati ben cinque.

Ma la Regione Lazio, a giudicare dai commenti di politici e stampa indipendenti, sembra aver fatto ancora di peggio.
Venendo meno ad una consolidata tradizione di trasparenza, infatti, il presidente della Giunta Regionale ha deciso di mettere la sordina al rinnovo del Corecom e mentre in passato l'avvio della relativa procedura era stato annunciato per tempo alla stampa, in questo caso il Comunicato è stato emesso soltanto quando erano scaduti i termini per la presentazione delle candidature. Ma c'è di più: nuovamente senza alcun comunicato stampa, è trapelata in questi giorni la notizia che il presidente del consiglio regionale, poichè 'la competente commissione regionale non ha espresso parere in merito alle candidature alla designazione dei quattro componenti del Corecom', ha decretato d'ufficio la designazione di quattro candidati scelti sulla base dei curriculum pervenuti.

Sulla procedura seguita e sulla mancanza di trasparenza dei presidenti della giunta e del consiglio regionali, possono essere sollevate notevoli riserve. Ma ciò che è più preoccupante è che nei famosi curriculum non vi sarebbe traccia dei necessari requisiti previsti dalla legge per ricoprire la delicata carica di membri del Corecom: “competenza ed esperienza, documentati ed appositamente valutati, nel settore delle comunicazioni, nei suoi aspetti culturali, giuridici, economici e tecnologici”. Come se non bastasse, tra i designati figurerebbe ­ come ha riportato il quotidiano 'La Notizia' ­ un ex consigliere provinciale rinviato a giudizio per truffa, mentre un altro sarebbe incompatibile in quanto ricopre già la carica di presidente di un ente pubblico.

Come si vede, non c'è pace per i Corecom e non si comprende come l'Autorità da cui dipendono funzionalmente tardi ad intervenire per stabilire regole più stringenti e trasparenti per la nomina dei relativi componenti».

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