La Liguria, ormai, è archiviata, ed è già in corso al momento in cui scriviamo la delicatissima partita della Toscana, dove tante emittenti si contendono pochi ‘posti al sole’ come operatori di rete. Molti erano convinti fino a poco tempo fa che per lo switch-off della Toscana sarebbe stato impossibile rispettare le scadenze; invece il processo, con i soliti tempi convulsi e le corse di rito, sembra essere partito, fra mille interrogativi, intoppi e probabili ricorsi legali. A breve ci siamo anc…
La Liguria, ormai, è archiviata, ed è già in corso al momento in cui scriviamo la delicatissima partita della Toscana, dove tante emittenti si contendono pochi 'posti al sole' come operatori di rete. Molti erano convinti fino a poco tempo fa che per lo switch-off della Toscana sarebbe stato impossibile rispettare le scadenze; invece il processo, con i soliti tempi convulsi e le corse di rito, sembra essere partito, fra mille interrogativi, intoppi e probabili ricorsi legali.
A breve ci siamo anche con l'Umbria, dove con un'iniziativa clamorosa il presidente del Corecom Mario Capanna (proprio lui) ha rimesso le deleghe all'Agcom per l'impossibilità di svolgere le proprie 'funzioni istituzionali', stante la scarsità di risorse e di personale. Ultimo tassello del mosaico, le Marche, che dovrebbero a loro volta veder svolgere lo switch-off entro l'anno, ma qui si intensificano le richieste preventive di rinvio (è scesa in campo proprio la Regione).
Un bel quadro, insomma, con il Ministero che tuttavia va avanti imperterrito e le Tv locali sospese fra rassegnazione e ribellione. Espropriate di canali regolarmente concessi in precedenza, con la delicatissima partita della prossima obbligata nuova ristrutturazione di regioni, per esempio, come Lombardia e Veneto, costrette a operare in condizioni quasi 'impossibili', alla ricerca di un'ancora di salvezza per fare fronte a forti spese obbligate proprio mentre la pubblicità latita, penalizzate fortemente sul piano delle provvidenze, colpite con il sostanziale mancato rispetto del terzo di frequenze obbligatorio, le Tv locali si aspettavano almeno che fosse loro riservata la fetta prevista (il 10%) dell'introito ulteriore rispetto ai 2,4 miliardi previsti realizzato mediante l'asta dei canali 61-69 con le società di tlc.
Ma nemmeno questo 'contentino' - che contentino non è perché si passerebbe, nei calcoli effettuati, da 240 milioni di euro a ben 400 per i 'rimborsi' alle Tv locali penalizzate, cosa che potrebbe spingere diverse emittenti a uscire di scena, sempre che questo sia un processo positivo - sembra voler essere accordato dal Governo, che pare voler destinare altrove queste somme. Come dire, dopo il danno la beffa e una politica complessiva che sembra voler fare delle Tv locali il capro espiatorio di una situazione difficilissima sul piano televisivo (passare al digitale con tutte queste Tv è oggettivamente complicato) ma anche sul piano finanziario (le note difficoltà della 'Cassa pubblica' e il debito accumulato).
Un rimedio parziale è tuttavia stato trovato nella pratica in Liguria - pur fra tensioni nell'ambito delle stesse Tv locali - ed è quella delle 'intese' fra emittenti, adottate al posto dei troppo 'impegnativi' consorzi, sempre ardui da realizzare. In sostanza, pur di rimanere operatori di rete (valorizzando la propria frequenza al meglio), molte Televisioni hanno scoperto di potersi alleare con una Tv vicina e 'corregionale' ma con un bacino di utenza non sovrapposto al proprio.
Diverse Tv in Liguria, come documentiamo su questo stesso numero, si sono messe insieme realizzando il risultato di sommare i rispettivi punteggi nelle graduatorie e di avere così un mux a disposizione, sempre nella propria zona. La cosa ha disturbato le Televisioni più grosse, che non possono e non vogliono allearsi con nessuno, ma ha permesso un po' a tutti di 'sfangarla'.
In Liguria, però, perché era più facile, per molte ragioni; applicata in Toscana, la cosa ha presentato diverse complicazioni in più ed è facile prevedere che qui ci saranno tensioni ben più forti, ricorsi, polemiche.
In attesa, poi, dell'esito dei tanti ricorsi legali presentati su tutta una procedura che consente sì di andare avanti sul digitale ma a spese di una parte sola, quella più debole, dell'emittenza presente nell'etere italiano.
Ne volete un'altra prova? Come è andata con il beauty contest? Alla fine in lizza ci sono, più o meno i soliti noti e nessuna reale presenza nuova. Ma L'Europa sarò davvero soddisfatta?