Ne ha parlato anche Stefano Carli su ‘Affari e Finanza’ di ‘Repubblica’, in un articolo che riproduciamo parzialmente:
“Agcom ha appena autorizzato l’assegnazione delle frequenze Dab alle emittenti radiofoniche locali delle regioni del Sud: Lazio, Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia. Una mossa che gioca in chiave di accelerazione perché - come si vede dalla mancanza dall’elenco di Abruzzo, Molise e Puglia, ossia le regioni adriatiche - mette in atto la scelta di avviare le nuove trasmissioni Dab dove si può e non ritardare ulteriormente l’intero sistema in attesa di sistemare la complessa partita dei contenziosi sulle frequenze di confine con i Paesi della sponda balcanica, che richiederà ancora altro tempo.
Con questa decisione l’Autorità presieduta da Angelo Cardani porta al 42,5% il grado di copertura della Radio digitale sul totale della popolazione italiana e nel comparto delle “locali”. Le nazionali (la Rai e i consorzi Club Dab ed EuroDab) hanno una concessione “provvisoria” che sta intanto permettendo, specie alle private, di accendere nuovi impianti…
«Con il nuovo provvedimento - spiega Sergio Natucci, Coo di Club Dab - altre 150 emittenti locali potranno iniziare a trasmettere in Dab, aggiungendosi al centinaio finora già partito. E questo equivale a circa un terzo del mercato potenziale. Un dato cui fa riscontro la crescita del numero di ricevitori Dab installati sul parco auto. Siamo ormai a 60 modelli delle maggiori case automobilistiche. Club Dab Italia potenzierà la propria rete estendendo la copertura. Sono in corso le procedure per le autorizzazioni ambientali in Piemonte, Umbria, Veneto, Sardegna, Sicilia, Campania e Calabria. L’obiettivo è raggiungere l’80% di servizio outdoor per offrire la Radio digitale Dab al maggior numero possibile di automobilisti»”.
In realtà le decisioni dell’Agcom che hanno permesso questi importanti sviluppi sono più ampie e complesse. Ne riferisce ‘Teleradiofax’ di Aeranti-Corallo:
“Con delibera n. 35/16/CONS del 28 gennaio u.s. l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha approvato alcune modifiche e integrazioni al regolamento recante la disciplina della fase di avvio delle trasmissioni radiofoniche terrestri in tecnica digitale, di cui alla delibera Agcom n. 664/09/CONS, come modificata dalla delibera n. 567/13/CONS. Contestualmente, con separata delibera n. 36/16/CONS, l’Agcom ha anche avviato il procedimento per definire, nei prossimi mesi, la pianificazione in alcuni bacini di utenza…
I due suddetti provvedimenti sono evidentemente finalizzati ad accelerare l’avvio delle trasmissioni radiofoniche terrestri in tecnica digitale. Infatti, considerando gli otto bacini già pianificati, al termine di questo ulteriore processo di pianificazione il digitale radiofonico avrà inizio complessivamente in 16 dei 39 bacini previsti dalla delibera Agcom n. 465/15/CONS, comprendenti, tra l’altro, molte delle principali città italiane (Roma, Napoli, Torino, Firenze, Palermo e Catania).
Le principali novità introdotte dalla modifica regolamentare di cui alla delibera n 35/16/CONS riguardano, tra gli altri, (gli) aspetti (che seguono).
Ciascun fornitore di contenuti potrà utilizzare le proprie 72 CU per trasmettere anche più di un programma. Tale facoltà, introdotta dal nuovo provvedimento dell’Agcom, favorirà sicuramente un maggiore interesse dell’utenza verso la nuova tecnologia trasmissiva, in quanto attraverso la stessa sarà possibile ascoltare anche programmi non ricevibili in tecnica analogica; ciò dovrebbe contribuire all’avvio dello sviluppo del mercato dei ricevitori.
Le società consortili che svolgeranno l’attività di operatore di rete per la radiofonia digitale terrestre in ambito locale, al fine della assegnazione delle frequenze pianificate, non dovranno più essere necessariamente partecipate da almeno il 30 per cento delle emittenti legittimamente esercenti nello stesso bacino o sub bacino di utenza l’attività di radiodiffusione sonora in tecnica analogica in ambito locale, che siano anche titolari di autorizzazione per la fornitura di programmi radiofonici in ambito locale; è ora sufficiente, infatti, che tali società consortili siano partecipate da almeno 12 emittenti legittimamente esercenti nello stesso bacino di utenza o sub bacino di utenza l’attività di radiodiffusione sonora in tecnica analogica in ambito locale, che siano anche titolari di autorizzazione per la fornitura di programmi radiofonici in ambito locale.
Eventuali deroghe a tale soglia di partecipazione di 12 soci potranno essere valutate, caso per caso, dal Ministero dello Sviluppo Economico, tenendo conto del numero di blocchi di frequenza pianificati nel bacino di riferimento, del numero dei soggetti titolari di autorizzazione per la fornitura di programmi radiofonici in tecnica digitale presenti nel medesimo bacino nonché del numero di emittenti locali concretamente interessate ad avviare le trasmissioni radiofoniche in tecnica digitale.
Qualora il numero delle società consortili (in possesso dei requisiti previsti dalla normativa) che chiederanno l’assegnazione delle frequenze, sia superiore al numero di frequenze pianificate nel bacino o sub bacino per le trasmissioni radiofoniche terrestri in tecnica digitale in ambito locale, i diritti d’uso delle frequenze verranno assegnati mediante beauty contest indetto, mediante bando, dal Ministero dello Sviluppo Economico. Diversamente, nell’ipotesi, normalmente più probabile nella maggior parte dei bacini, in cui il numero delle società consortili sia pari o inferiore al numero di blocchi di frequenze pianificate nel bacino o sub-bacino, le frequenze verranno assegnate a tutte le società consortili, che ne faranno richiesta, in possesso dei requisiti previsti dalla regolamentazione in esame.
Laddove si dovesse rendere necessaria la selezione comparativa, la stessa avverrà sulla base di (alcuni) elementi: a) progetto tecnico dell’infrastruttura di rete e piano di implementazione…; b) potenzialità economica della società consortile…; c) personale impiegato alla data della presentazione della domanda…; d) società consortili partecipate da almeno un concessionario per la radiodiffusione sonora in ambito locale a carattere comunitario.
Il massimo numero di blocchi di diffusione (frequenze) disponibili per le società consortili che svolgeranno l’attività di operatori di rete locali, sarà quello di tre canali televisivi (ogni canale di banda III come i canali 10, 11 e 12 Uhf è suddiviso in 4 blocchi; il canale 13 Uhf - di cui Aeranti-Corallo chiede da tempo l’utilizzabilità - è invece suddiviso in 6 blocchi).
Le società consortili che svolgeranno l’attività di operatore di rete locale dovranno realizzare entro due anni dall’assegnazione dei diritti di uso delle frequenze, la copertura omogenea portatile out-door di almeno il 40%; entro quattro anni di almeno il 60% ed entro cinque anni di almeno il 70%, della popolazione di ogni bacino o sub bacino di riferimento, valutata sulla base dei medesimi criteri tecnici stabiliti nei provvedimenti di piani-ficazione.
L’eventuale capacità trasmissiva non utilizzata dai partecipanti alle società consortili che svolgeranno attività di operatore di rete locale dovrà essere resa disponibile ai fornitori di contenuti radiofonici in ambito locale autorizzati anche non partecipanti al capitale sociale delle società consortili stesse”.
Sul fatto che, dopo tanta attesa, per il DAB ci siano finalmente concrete opportunità, concorda anche l’Associazione Radio FRT:
“L’Agcom con due delibere, la 35 e la 36/16/CONS, ha esteso la pianificazione per il digitale radiofonico a numerosi bacini di utenza, avviando al digitale radiofonico oltre il 50% di Radio locali (i calcoli, come si vede, sono un po’ più ‘generosi’ rispetto a quanto sostenuto nell’articolo di ‘Affari e Finanza’; N.d.R.). Infatti con grande sensibilità e notevole aderenza alle reali esigenze che l’emittenza radiofonica da tempo rappresentava, l’Autorità ha profondamente modificato la preesistente regolamentazione che non aveva, fin qui, permesso lo sviluppo della tecnologia numerica anche per la radiofonia locale. Per questo vogliamo esprimere tutta la nostra soddisfazione per un provvedimento innovativo, per il quale sono state profuse tante energie con la ferma volontà di giungere finalmente a vedere l’alba di un avvio generalizzato del digitale nel nostro Paese…
Spetta però alle istituzioni preposte, in particolare al MISE, avere una politica attiva che si estrinsechi in un Progetto Paese per il digitale radiofonico, che possa sostenere, in tutti i sensi, l’emittenza impegnata nel suo sviluppo e metta a disposizione le risorse frequenziali necessarie per l’avvio al digitale anche per la residua emittenza locale ancora non pianificata.
In tal senso si è persa una grande occasione per risolvere tutti i problemi di natura frequenziale non finalizzando l’uso della banda AM per scopi militari, con conseguente attribuzione alla radiofonia del canale 13, Banda III, VHF del tutto inutilizzato, si è invece fatta una gara per l’AM che non ha visto grosso interesse da parte dei radiofonici, essendo tale banda scarsamente utilizzabile a fini commerciali”.
speriamo bene. spero si possano aggiornare anche gli apparecchi che hanno ancora fm e modulazione di frequenza
E la Puglia? Noi pugliesi non facciamo parte dell’Italia?
spero che il dab arrivi presto in sardegna, visto che ad oggi è attivo solo l’impianto rai sito a badde urbara, che tra l’altro non irradio nel medio campidano