Dai Gr Rai ai Tg Mediaset: è agitazione

Accuse di censura o omissioni sulle vicende che riguardano il Governo al Gr Rai e trasferimenti contestati dai giornalisti Mediaset al Tg5 e nelle altre testate del gruppo. Tira una “brutta aria”, da Roma a Milano.

Notizie ignorate e risultati al di sotto delle aspettative da una parte. Spostamenti di giornalisti in seguito a chiusure, indesiderate, di alcune redazioni dall'altra.
Che si tratti di servizio pubblico (Gr Rai) o del settore privato (Mediaset) il malcontento dei giornalisti è diffuso.

Partiamo dai Gr del direttore Antonio Preziosi, accusato di tacere su alcune importanti notizie, secondo quanto proclamato da una nota del Cdr, a conclusione di una concitata assemblea di redazione, a fine ottobre. In sostanza, i giornalisti radiofonici del servizio pubblico denunciano un clima insopportabile, di cui si fa interamente carico al direttore Preziosi, e parlano di molte notizie 'annullate', “tanto più se l'argomento riguarda le vicende giudiziarie del Presidente del Consiglio”.
Nello specifico il Cdr ha espresso “profondo disagio per la denuncia, da parte di diverse redazioni, di frequenti episodi che rappresentano una lesione del diritto ad un'informazione completa, plurale ed obiettiva. Si tratta di casi che richiedono un confronto serrato con il direttore e un monitoraggio attento da parte di tutti. L'assemblea esprime inoltre forte preoccupazione per il contenuto dell'intercettazione Masi-Lavitola, che rischia di intaccare la credibilità della testata”.

Passando alla Televisione, a Mediaset, la situazione è altrettanto tesa. L'azienda ha infatti deciso di chiudere tre redazioni (quella del Tg5 a Milano e viceversa di Tg4 e Studio Aperto a Roma) per poter trasferire 40 giornalisti alla rete di notizie “news Mediaset”, diretta da Mario Giordano, che partirà il 28 novembre.
Il malcontento tra i giornalisti è diffuso e per protesta nei giorni scorsi hanno deciso di non firmare i servizi ed hanno sospeso le prestazioni video/voce. Non è esclusa la proclamazione di 3 giorni di sciopero.

Proprio sul nuovo canale Mediaset d'informazione c'è una curiosità sulla scelta del nome. “Sul nome del canale abbiamo riflettuto tanto - ha detto il direttore Giordano - : volevamo tirar dentro la parola Mediaset inizialmente ma poi abbiamo scelto Tgcom 24, perché fa riferimento a una piattaforma molto vasta e poi perchè il brand Tgcom va fortissimo e il sito totalizza un milione e mezzo di lettori unici al giorno. È una Rete completamente free e gratuita. Un canale che produce news 24 ore su 24 di stretta attualità; le notizie più calde passeranno da noi e ci sarà di tutto, dalla politica alla cronaca nera”.

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