Daria Bignardi lascia Rai3

Daria Bignardi lascia di punto in bianco la direzione di Rai3 e anche la Rai, dove era entrata, subito con un incarico di tale importanza, solo nel febbraio 2016, appena un anno e mezzo fa.

La notizia, resa nota dall’azienda con un comunicato in cui si parla di “risoluzione consensuale del rapporto di lavoro in corso con la dott.ssa Daria Bignardi la quale ritiene ormai concluso il proprio percorso lavorativo nella società”, fa sensazione ma non sorprende del tutto, considerando che il lavoro (apprezzato da molti) da lei fatto in questo pur breve periodo sembrava di difficile prosecuzione, in una Rai sempre in preda alle volubili volontà del mondo politico e dei partiti, alla vigilia peraltro delle elezioni.

Daria Bignardi, in più, lascia - sembra di capire - la poltrona e l’azienda di sua volontà, senza alcun ‘paracadute’, tanto che “non ha richiesto il pagamento di alcuna buonuscita”.

Il comunicato riporta poi le frasi di rito: “I vertici Rai ringraziano Daria Bignardi per il lavoro svolto, la professionalità dimostrata e le capacità organizzative ed artistiche sempre poste pienamente al servizio della società, componenti che hanno permesso a Rai3 di realizzare sotto la sua direzione una programmazione di qualità, la sperimentazione di nuovi format e di raggiungere livelli di audience che la posizionano quale terza rete generalista italiana. Bignardi, da parte sua, ringrazia la Presidente, i Consiglieri di amministrazione, il Direttore Generale e il precedente Direttore Generale che le ha proposto l’incarico, tutti i dipendenti e collaboratori di Rai con i quali ha condiviso quotidianamente il suo lavoro, un’esperienza che considera unica e preziosa, sia da un punto di vista dell’arricchimento professionale che da quello umano”.

Daria ha poi dichiarato: “Sono orgogliosa di aver diretto per un anno e mezzo Rai3. Lascio una rete in buona salute e di riconosciuta qualità e un affiatato gruppo col quale ho lavorato benissimo. Ringrazio una per una tutte le persone con cui ho collaborato, in tutta la Rai, felice delle tante cose nuove che abbiamo fatto e dei programmi storici di cui ho avuto cura. La stima di tutte le persone che hanno apprezzato questo lavoro e quella dei miei colleghi sono i beni preziosi che porto con me”.

 

Belle parole, viene da dire, e un bel finale di partita, in cui in sostanza, si prende atto che la Rai3 realizzata - che ha saputo coniugare e valorizzare il patrimonio storico della rete aggiungendo novità interessanti e programmi innovativi di una certa qualità, facendo oltretutto un bel ‘lavoro di squadra’ - era ormai ‘a rischio’, con uscite dolorose come quella di Zoro, il trasferimento a Rai1 di Fazio e una La7 affidata a un dirigente storico della rete come Andrea Salerno.Qualcuno si spinge più in là e già immagina la Bignardi (che - ripetiamo - lascia anche la Rai) di nuovo a La7, cosa che non è da escludere, per i rapporti anche personali positivi instaurati in un pur breve volgere di tempo.

Su tutto potrebbe aver pesato anche la difficile gestione della ‘vicenda talk-show del martedì’ con un Renzi che sembrava aver voluto l’allontanamento di Massimo Giannini, sostituito con il breve fallimentare tentativo di Gianluca Semprini e poi, in emergenza, con una combattiva Bianca Berlinguer, che certo ‘renziana’ non è.

A proposito di Renzi, l’improvvisa nomina di Daria Bignardi, poco legata al mondo Rai, nel 2016, era sembrata a molti un ‘premio’ per le prime apparizioni dello stesso Renzi (da cui era nata una stima reciproca) nel suo programma ‘Le invasioni barbariche’ proprio su La7 (salvo una breve parentesi, anche allora, in Rai con ‘L’era glaciale’), che l’aveva a suo tempo ‘lanciato’. Di qui una certa diffidenza nei suoi confronti, che però era stata superata da un lavoro a Rai3 attento, appassionato e non legato agli schemi della politica e alle sue periodiche evoluzioni. C’era anche, forse, il legame con quel Campo Dall’Orto che a sua volta ha dovuto prendere atto di quante insidie e trabocchetti sia costellata un’esperienza dalle parti di Viale Mazzini.

Ora quel mondo politico potrebbe essersi preso una ulteriore rivincita e per Rai3 ricomincia una nuova difficile ricerca della sua identità. Ci potrebbe pensare fra poco Stefano Coletta, attuale vicedirettore della rete, cui Rai3 dovrebbe essere affidata da giovedì.

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