Si chiama ‘Il Capitale di Philippe Daverio’ ed è il nuovo programma di arte e cultura ideato e condotto dal noto storico dell’arte; va in onda su RaiTre tutte le domeniche alle 13.20, nello spazio già del glorioso ‘Passepartout’.
La rubrica è appena iniziata e la vogliamo subito segnalare, dopo le confuse notizie sul ruolo e sulla possibilità per Philippe Daverio di essere ancora in onda su RaiTre, dove per anni è stato programmato (di recente in replica) 'Passepartout', glorioso e bellissimo appuntamento di arte, architetture e cultura con produzione Vittoria Cappelli. Ora Daverio è ripartiro nel 2012 con 'Il Capitale', alla stessa ora della domenica.
Si tratta di venticinque appuntamenti fino a giugno realizzati come una sorta di inchiesta sul patrimonio umano e culturale disseminato per il mondo, per i quali Daverio ha scelto un titolo emblematico che gioca sulla contrapposizione tra capitale monetario e capitale umano. «Il vero Capitale è un capitale umano», spiega l'antropologo dell'arte, di origine alsaziana. Nell'epoca del trionfo di una neo-lingua economica, intrisa di termini come spread, derivati, default, dai significati oscuri e complessi, il manufatto artistico resta ancora il documento e il linguaggio più credibile per descrivere il pensiero, la cultura, il gusto di un popolo, un periodo storico, una corrente filosofica.
«L'eredità culturale - aggiunge Daverio - è il capitale maggiore che abbiamo, soprattutto in Italia, ed è fatta non solo da cose, ma anche da modi di utilizzare queste cose, da saperi. Anche la moneta per essere credibile deve rivestirsi con un segnale di cultura».
Non a caso, il capitale valutario, nel perpetuo inseguimento di una sua legittimazione, inserisce nelle monete e banconote di tutto il mondo immagini di artisti, intellettuali, personaggi storici e opere d'arte, sovrapponendo così il valore finanziario con il valore culturale.
'Il Capitale di Philippe Daverio', a partire dalla sigla d'apertura e poi nell'ironica scenografia dello studio, espone una rassegna di queste opere d'arte e protagonisti della cultura stampati sulle banconote. L'intento è quello di sancire la superiorità e la stabilità del capitale umano: «Il danaro ricorre alla cultura per rendersi credibile. Ed è di questa credibilità che ci occupiamo noi perché accanto al capitale economico, e soprattutto dopo aver scoperto con quale facilità implode, esiste il patrimonio della creatività, che come quello finanziario fluttua costantemente, cresce e decresce, ma non affonda mai».
Per Daverio la cultura è una parte importante della storia dell'economia, «la critica d'arte si occupa del bello e del brutto, noi nel nuovo programma ci interessiamo di antropologia culturale, delle abitudini e del patrimonio delle tribù che abitano il globo, concedendoci accenni di economia un po' ironici, ma tendenzialmente pertinenti».
Squadra che vince non si cambia, così il programma mantiene intatto il team che ha condotto al successo per dieci anni 'Passepartout'. Non cambiano infatti la produzione (Vittoria Cappelli srl), la regia di Mauro Raponi, la redazione composta da storici ed esperti d'arte in grado di assistere Philippe Daverio nel lavoro di preparazione e scrittura di tutte le puntate, la fascia oraria e collocazione in palinsesto.
Gli appuntamenti di questo primo ciclo di puntate vanno a misurare il capitale umano della creatività attraverso le principali mostre avvenute internazionalmente negli ultimi tempi. Si comincerà guardando al futuro, con la creatività emersa dagli eventi più recenti d'arte contemporanea, per poi guardare verso mondi culturali ed economici solo apparentemente lontani come la Cina e Cuba, compiere escursioni nel mondo dell'architettura, sia del passato (le cattedrali francesi) sia del presente, affrontare questioni storiche legate al potere di grandi famiglie e città, tracciare profili biografici di grandi artisti, come Michelangelo.
Il programma è
di e con Philippe Daverio,
regia di Mauro Raponi, produzione Vittoria Cappelli, delegata Rai Maria Iva Casanova.