Passa al Senato la linea dell’Udc, che ha fissato nel 28 febbraio 2004 la scadenza obbligatoria dell’attuale Consiglio di Amministrazione Rai. Dimissioni in vistaO Intanto il voto finale sulla “Gasparri” slitta…
Il Senato va verso il voto finale sul disegno di legge Gasparri di riforma radiotelevisiva, che tuttavia è slittato da ieri, giovedì, a martedì prossimo 22 luglio, in serata, con tanto di diretta televisiva (in una battuta, insomma, la Tv andrà in Tv), per via di un certo allungamento dei tempi previsti. Il centro-sinistra organizzerà quel giorno, come già previsto, una dura manifestazione di protesta.
Solo nella giornata di ieri è stato infatti sciolto quello che, dopo l'approvazione senza particolari ostacoli del famoso articolo 15 sulle (modeste) norme antitrust previste dal provvedimento, era diventato il "nodo" dell'intera legge, ovvero l'articolo 20, che disciplina la nomina dei vertici Rai. La principale novità riguarda la scadenza anticipata dell'attuale Cda di Viale Mazzini, fissata al massimo entro il 28 febbraio 2004, come richiesto con grande forza dall'Udc.
Ripristinata definitivamente, poi, l'altra norma secondo la quale la nomina del presidente Rai diviene efficace dopo l'acquisizione del parere favorevole, a maggioranza di due terzi, della Commissione di Vigilanza.
Si attendono ora le reazioni, considerando il fortissimo malumore espresso da diversi Consiglieri Rai, che non gradiscono certamente che si fissi una data così ravvicinata per un avvicendamento nella loro carica. L'idea "accarezzata" da alcuni era clamorosa: dimissioni in blocco subito o all'approvazione definitiva della norma alla Camera (in settembre, però, sicuramente non prima), con pesanti ulteriori effetti sulla Rai. Atteso anche il parere del "primo Consigliere", il presidente della Rai Lucia Annunziata, da tempo in vacanza negli States e ora attesa a un tempestoso ritorno a Viale Mazzini.