Deejay: un compleanno per pochi

1982: Claudio Cecchetto, si dice con le vendite del disco Gioca Jouer, fonda Radio Deejay, chiamando al microfono, fra gli altri, un ragazzotto di Miradolo Terme, tale Gerry Scotti.

Quella che sembrava poco più di un'avventura di due giovincelli diventa poi gradualmente la prima radio privata italiana, attualmente seguita da quasi sei milioni di ascoltatori.

La notte tra il 31 gennaio e il 1 febbraio 2002 Radio Deejay ha dunque compiuto vent'anni e, per il fatidico soffio delle candeline, ha scelto la discoteca "Alcatraz" di Milano, gigantesca balena in grado di contenere però solo una piccola parte degli amici della radio.

Parte proprio dall'Alcatraz l'avventura che ci ha condotto a conoscere meglio, tra qualche strana scelta di gusto, i protagonisti del mondo di

Deejay. Una volta arrivati nei pressi della nota sala da ballo, fortunati come pochi, siamo stati diligentemente muniti di un drink e di un pass colore rosso che, al resto dei "festaioli" presenti, ci indicava come ospiti "guest" della Radio.

E fin qui tutto bene. L'ambiente all'interno della sala era veramente elettrizzante, come solo il clima di un compleanno di un "caro amico"

può esserlo; in fondo alla pista centrale, di fianco al palco e sotto una zona privata munita di bar (dedicata a chi possedeva un accredito

come il nostro), ci siamo accorti subito che c'erano stipate più persone rispetto agli altri luoghi del locale.

Incuriositi ci siamo avvicinati alla ressa e abbiamo scoperto che proprio da quelle parti c'era una zona "esclusiva", transennata tipo "volata

tappa-Tour de France" e densissima di personalità del mondo dello spettacolo, stelline, cantanti in cerca di fama e chiaramente (tranne poche

apprezzabili eccezioni...) tutti i protagonisti della radio. Abbiamo provato ad entrare ma un ragazzo in giubbotto da motociclista, tanto alto

quanto largo, ci ha bloccati, facendoci presente (con cortesia, bisogna ammetterlo...) che il privee era solo per i festeggiati della radio e

per nessun altro.

Una sorta di "zona riservata", la cui filosofia era "guardare i Vip ma non rivolgergli la parola", salutarli dalle transenne per rendergli "tributo" ma non rivolgergli la parola, in chiave "entrata nella casa del Grande Fratello".

Peccato non aver potuto vedere e intervistare nessuno. Una domanda ci è sorta comunque spontanea: di solito ai compleanni non si allargano i

festeggiamenti ad una buona cerchia di amici e si festeggia tutti assiemeO Consultandoci, non abbiamo trovato proprio nessuno che celebra il

proprio compleanno esclusivamente con amici nati tutti lo stesso giorno, facendosi guardare (solo guardare...) dagli altri.

La musica era comunque buona e il saluto dei vari disck-jockey sul palco è stato quasi commovente.

Buon compleanno, allora, Deejay, ma un'altra volta chiamaci a festeggiare con te...

 

 

Rolando Repossi

 

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