Era pane per i denti, sempre abbastanza affilati, dell’amico e collaboratore Oliviero Dellerba, che però, quando ha chiuso la sua rubrica sulla Tv digitale di questo mese, non poteva sapere quel che stava per accadere. Recuperiamo la (ferale) notizia in questo spazio di commento: il Governo ha emanato a fine marzo (dopo una serie di ‘vicissitudini’) un decreto legge cosiddetto ‘omnibus’ che si occupa di varie materie (al solito) e fra le altre cose proroga a fine 2012 quel divieto di incroci sta…
Era pane per i denti, sempre abbastanza affilati, dell'amico e collaboratore Oliviero Dellerba, che però, quando ha chiuso la sua rubrica sulla Tv digitale di questo mese, non poteva sapere quel che stava per accadere.
Recuperiamo la (ferale) notizia in questo spazio di commento: il Governo ha emanato a fine marzo (dopo una serie di 'vicissitudini') un decreto legge cosiddetto 'omnibus' che si occupa di varie materie (al solito) e fra le altre cose proroga a fine 2012 quel divieto di incroci stampa - Tv di cui abbiamo parlato nell'editoriale del mese scorso.
Fin qui nulla di male, ma poi c'è il capitolo sulle Tv locali, dove, come se niente fosse, viene prevista una vera rivoluzione nelle regole che finora hanno governato gli switchoff.
Il problema nasce dal fatto che i canali 61-69 vanno assolutamente 'sgombrati', negli intenti del Governo, perché si deve procedere a tambur battente (si parla di settembre) alla famosa asta per l'assegnazione ai telefonici di queste stesse frequenze, si dice per rispettare le regole europee ma si sa che si tratta invece di problemi di bilancio dello Stato, perché i relativi introiti (ben 2,4 miliardi di euro) sono già stati previsti fra le entrate dell'anno in corso.
Come recuperare queste frequenze? Semplice, il Governo fa sapere a tutte le Tv locali che oggi le occupano che le devono lasciare libere al più presto: chi contava su queste frequenze nelle prossime aree digitalizzate ci dovrà rinunciare e addirittura (qui siamo davvero dalle parti della farsa) chi se le è viste assegnate nelle aree già digitali dovrà perlomeno trasferirsi. In poco tempo lo Stato, insomma, fa e disfa, assegna diritti e li cancella, in un balletto che appare allucinante.
Non vale più dunque la regola per cui ogni Tv locale ha un mux ma si procederà con l'ennesima graduatoria in cui regione per regione si stabilirà chi (le prime in classifica) avrà il mux e chi dovrà ottenere ospitalità da altri; in alternativa ci si metta il cuore in pace con gli indennizzi previsti, magari appena più cospicui. Ciò comporta appunto che nelle aree dove lo switch-off è già avvenuto si cambierà di nuovo tutto dopo pochi mesi e scusate se è poco. In più tutti i rimanenti swich-off dovrebbero svolgersi fra ottobre 2011 e giugno 2012.
Sembrano scenari irreali, ma, salvo che la discussione in Parlamento del decreto cambi le carte in tavola, proprio a questo siamo arrivati. Si preannuncia una battaglia molto dura per le Tv locali, che si vedono persino negare quella riserva di un terzo di frequenze che pure la legge prevedeva e assicurava.
Il nostro giornale seguirà attentamente la situazione e, come sempre, sarà con le Tv locali, che, al di là delle parole di circostanza, per qualcuno sono solo, evidentemente, un 'agnello sacrificale' rispetto alle grandi Tv nazionali e ai network.
È un bando di gara quello emesso dalla Rai per l'appalto della realizzazione della “nuova piattaforma di playout per canali tematici” (inizio aprile) che lascia quantomeno perplessi.
Infatti, secondo i requisiti richiesti, il bando esclude praticamente tutte o quasi le aziende italiane del settore, per lasciare spazio alle multinazionali (pachidermi appaltatori), che, spesso, non hanno nessun know-how specifico ma sono (soprattutto in questo periodo) particolarmente sensibili a 'business' che offrano una marginalità dignitosa.
E l'operazione risulta per loro ancor più interessante nel momento in cui devono rivolgersi alle aziende più piccole, specializzate in questo tipo di sistemistica, alle quali lasciano ovviamente solo le briciole.
L'impostazione di questo specifico bando di gara emesso dalla Rai non solo non porta alcun beneficio ai system integrator italiani ma, soprattutto, non dà neppure garanzie alla stessa Rai, in termini di qualità ed affidabilità, per un progetto certamente strategico per l'azienda, in questo momento (Antonio Franco).