La lunga vicenda RaiWay ha avuto l’epilogo previsto: il ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri ha detto no alla cessione del 49% di Raiway alla Crown Castle
e reazioni violentissime, ovviamente, sono venute dall'opposizione di centro-sinistra, che non manca di legare la questione a quella del conflitto d'interessi, poiché la decisione di Gasparri danneggia fortemente la Rai e, di riflesso, favorisce l'azienda televisiva privata del Presidente del Consiglio Berlusconi. Qualche "distinguo" è venuto anche dalle file della maggioranza (Ccd in particolare).
"Alleanza nazionale condivide pienamente la decisione del ministro" - ha fatto invece sapere il portavoce Mario Landolfi, che ha anche spiegato: "La mancata ratifica dell'accordo su RaiWay evita la svendita degli impianti di trasmissione che si sarebbe fatalmente realizzata attraverso l'applicazione di patti parasociali penalizzanti per la Rai".
La polemica è comunque destinata a dilagare in questi giorni e già si registrano anche appelli a Ciampi in difesa della libertà d'informazione.
Soprattutto, al centro della scena, c'è la questione Rai. "Non mi dimetterò, come avevo preannunciato" - ha fatto sapere il presidente Roberto Zaccaria, deciso a resistere ancora a quella che sembra una manovra per ottenere, dopo tante parole, la sua reale uscita di scena.
Ma per la Rai è comunque l'ora delle decisioni difficili: la situazione economica è molto seria e le centinaia di miliardi che vengono a mancare dopo il mancato "placet" ministeriale all'operazione Crown Castle non si sa proprio come potranno essere recuperate.