Diritti ex-Dahlia: situazione intricata

Continua la fase di incertezza sui diritti calcistici in digitale terrestre già di Dahlia, mentre mancano ancora parecchie partite a fine campionato. La Lega Calcio non sembra volere Europa 7, che si sente discriminata, e quindi lascia tutto ‘non assegnato’. Ma per la serie B…

Una situazione davvero intricata e che potrebbe muoversi già in queste ore per via del ricorso d'urgenza presentato da Sky.
Intanto vediamo cosa è successo secondo 'Il Fatto Quotidiano':

«Fumata nera alla Lega Calcio. L'assemblea ha infatti deciso di non assegnare i diritti per trasmettere le partite di serie A e serie B che erano tornati in suo possesso dopo il fallimento di Dahlia, la Televisione che, assieme a Mediaset, trasmetteva il calcio sul digitale terrestre.
L'annuncio l'ha dato il presidente Maurizio Beretta che ha specificato che tali diritti saranno ricollocati sul mercato per la prossima stagione del campionato. Peccato che alla fine della stagione calcistica manchino, fra serie A e serie B, ancora 14 incontri. Non verranno trasmessi. Con buona pace di quei 200mila telespettatori che avevano sottoscritto un contratto con Dahlia.
“Dopo un'attenta valutazione di tutte le ipotesi sul tavolo è stato deciso di non fare alcuna assegnazione dei diritti” - ha detto Beretta (che dovrebbe lasciare a breve la Lega Calcio; N.d.R).
Ma una televisione che aveva presentato una proposta per trasmettere il calcio sul digitale terrestre c'era. È Europa 7, l'emittente diventata famosa per aver vinto una serie di ricorsi contro Rete 4 che occupava illegittimamente la sua porzione di etere. Ma, a quanto pare, piuttosto che dare i diritti del calcio all'azienda guidata da Francesco Di Stefano, la Lega ha preferito spegnere il segnale. “Non c'è mai fine al peggio. Ci hanno trattato come dei pezzenti” - dice infuriato il patron di Europa 7.

Ecco la storia. Il 24 febbraio si spegne il segnale di Dahlia e la sera dello stesso giorno la Lega Calcio pubblica sul suo sito un annuncio. Chi è interessato a trasmettere i match delle otto squadre di Serie A e della Serie B (quelle di Dahlia) si faccia avanti entro le 15.00 del giorno dopo. Il termine tecnico è “manifestazione di interesse”. Assieme alla proposta di Europa 7, alla Lega arrivano altre due proposte: una da I Move e un'altra da Mediaset.
A causa di un ricorso di Sky i termini della gara slittano di una settimana, al primo marzo, e alle emittenti che si sono fatte sotto viene chiesto di perfezionare la propria candidatura. “Abbiamo 200mila decoder che consentono di trasmettere sul digitale terrestre con il DVBT2, che è la tecnologia del futuro - dice Francesco Di Stefano - . L'unica che consente di vedere il calcio in alta definizione”.
Il termine della gara slitta ulteriormente. Viene fissata come data ultima il 10 di marzo. Nel frattempo i poveri abbonati di Dahlia continuano a non vedere le partite che avevano comprato a inizio stagione.
“Il 9 marzo arriva un fax della Lega in ufficio - racconta il patron di Europa 7 - Entro le 18 di quel giorno deve arrivare la proposta perfettamente articolata in ogni punto”. Il giorno dopo infatti una riunione dell'assemblea deciderà quale emittente potrà trasmettere i match. “Noi sappiamo che alle 18.00 del 9 marzo, l'unica offerta arrivata sul tavolo della Lega era la nostra. Abbiamo offerto 5 milioni e 200mila euro” - dice Di Stefano.
Il giorno dopo è il D day. “Si capiva fin dal principio che non volevano accettare la nostra domanda - continua Di Stefano - . A un certo punto si fa strada addirittura la proposta di dare i diritti gratis a Mediaset”. Di fronte a questa idea si alza una levata di scudi e dieci membri dell'assemblea votano contro la proposta. Non potendoli dare (gratis) a Mediaset, non volendoli dare a Europa 7, a quel punto la Lega ha deciso di tenere i diritti per sé e di indire una nuova gara a data da destinarsi.
“Una decisione che fa male al calcio - commenta infuriato Di Stefano - ma noi ci saremo anche alla prossima gara”. A margine della riunione, Beretta ha sottolineato che “i diritti vengono assegnati con procedure trasparenti e la Lega ha fatto da questo punto di vista tutto quello che doveva fare”. Sicuramente non la pensa così Di Stefano».

Sul blog del collega Daniele Lepido del 'Sole 24 ore' si affaccia però un'ipotesi di soluzione almeno per la serie B:

«Giornata negativa a metà per i tifosi di calcio lasciati a terra da Dahlia Tv. Le Lega di Serie A, guidata dal dimissionario Maurizio Beretta (pronto per Unicredit), e quella di Serie B, presieduta da Andrea Abodi, hanno entrambi rispedito al mittente le uniche offerte messe sul piatto da Europa 7. Per gli ex abbonati di Dahlia si aprono però due scenari. Per quanto riguarda le otto squadre di Seria A (Cagliari, Catania, Cesena, Chievo, Lecce, Parma, Sampdoria e Udinese), da qui alla fine dell'anno non ci sarà niente da fare: la Lega della prima divisione ha deciso di tenersi i diritti per “proteggere il valore del prodotto” - ha detto Beretta.
Diversa è la situazione per la Serie B, dove l'accordo “stia certo che verrà trovato”, mi ha detto al telefono, pochi minuti fa, il presidente del campionato cadetto, Andrea Abodi: “Il nostro obiettivo è essere in onda con le partite di Serie B venerdì 18 marzo - mi ha spiegato Abodi - e ce la metteremo proprio tutta per raggiungerlo”. L'ipotesi è di un accordo con Mediaset, come dicevo nel mio ultimo post. La Lega diventerà editore e fornirà al Biscione i propri contenuti da inserire nel bouquet di Mediaset Premium».

Nulla da fare, comunque, sembrerebbe, per Europa 7 e Di Stefano ovviamente 'non ci sta' e protesta duramente. La Lega Calcio si è sentita in dovere di replicare con questo comunicato:

«In riferimento ad alcune notizie riportate dagli organi di stampa la Lega Serie A precisa quanto segue.

Non risponde al vero che l'offerta non ritenuta congrua dalla Lega Serie A fosse di 5,2 milioni di euro. L'assemblea, come indicato dall'Autorità Antitrust, ha potuto prendere in considerazione solo l'offerta pervenuta da Centro Europa 7 per la licenza dei diritti relativi alla parte residua della stagione di Serie A in corso (100.000 euro), valutandola non congrua. Peraltro, nel corso della trattativa privata, la probabile limitazione della durata dei diritti licenziati ai soli quattro mesi residui di campionato in corso era stata espressamente rappresentata a Centro Europa 7 e agli altri due partecipanti.
Anche considerando l'offerta complessiva fino al termine della stagione 2011/2012 (4,2 milioni di euro), non si tratta affatto della "stessa cifra" per la quale "la Lega sarebbe stata disposta ad aderire al progetto della nuova Dahlia".
Infatti, i due percorsi in questione sono di natura sostanzialmente diversa ed assolutamente non comparabili tra loro: uno, inizialmente pensato e ideato a tutela dei consumatori già abbonati a Dahlia Tv, faceva riferimento al tentativo di distribuire un "canale Lega" su piattaforme tecnologiche disposte ad ospitarlo, con condivisione dei relativi ricavi, mentre l'altro (la successiva trattativa privata cui ha partecipato Centro Europa 7) ha riguardato la licenza pura e semplice dei diritti ex Dahlia, in cambio di un corrispettivo fisso.
È falso e gravemente tendenzioso affermare che durante l'assemblea sia stata “messa ai voti la proposta di cedere i diritti delle otto squadre di Serie A a Mediaset, che non ha presentato alcuna offerta". Al contrario: una volta deliberata la non assegnazione dei diritti all'esito della trattativa privata, la Lega ha considerato l'opportunità di esercitare autonomamente i diritti rimasti in suo possesso, qualora vi fossero state le condizioni tecniche e normative per la distribuzione di un proprio canale su una delle pochissime piattaforme teoricamente disponibili, tanto in modalità digitale terrestre quanto IPTV. L'assemblea ha peraltro ritenuto di non poter procedere in questa direzione, riservandosi ogni più ampia determinazione in merito.
La Lega Serie A ha pertanto condotto le diverse fasi della trattativa privata, nelle delicate e complesse condizioni di urgenza ed eccezionalità riconosciute dalla stessa Autorità Antitrust, nel pieno rispetto delle norme in vigore, con spirito fattivamente costruttivo a tutela dei consumatori, assicurando agli operatori la piena trasparenza delle procedure adottate e l'assenza di qualsivoglia discriminazione tra tutti quelli potenzialmente interessati, e si riserva ogni azione di danno avverso chiunque affermi circostanze diffamatorie».

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