Diritti Tv del calcio: comincia la ‘grande partita’

Il tema è complicato, al di là delle apparenze, ma così importante e decisivo per quel mondo del calcio che tanto appassiona gli italiani, e al tempo stesso determinante anche per il mondo televisivo e dei media, che è opportuno conoscerlo bene, perché non è davvero un argomento per ‘specialisti’ ma riguarda, appunto, tutti.

Siamo dunque al momento della verità, perché nei giorni scorsi l’assemblea della Lega di Serie A ha approvato (a maggioranza, con 13 club favorevoli su 20) il bando per la vendita dei diritti Tv del campionato per il triennio 2018-2021. Ebbene, è stato stabilito che il giorno di apertura delle buste con le offerte, che perverranno di qui ad allora, è fissato per il prossimo 9 giugno e l’obiettivo è quello di decidere subito e una volta per tutte le cose, senza gli ‘strascichi’ e le clamorose ‘code’ che hanno caratterizzato la questione nell’assegnazione di tre anni fa per il triennio in corso; si ricorderà che quell’assegnazione, alla fine ‘salomonica’ (le cose, dopo mille liti e contestazioni, sono rimaste più o meno le stesse rispetto a prima), ha però avuto una lunghissima scia, fra multe clamorose da parte dell’Antitrust e inchieste giudiziarie vere e proprie, che hanno visto di recente nuovi clamorosi sviluppi: la Procura di Milano, infatti, al termine della relativa inchiesta, voleva arrestare gli ex vertici di Infront (Marco Bogarelli e Giuseppe Ciocchetti) e MP&Silva (Riccardo Silva) ma il Gip ha respinto la richiesta, rinviando la parola definitiva al Tribunale del Riesame (l’udienza è stata recentemente rinviata a nuova data).

‘L’Espresso’ in edicola oggi - detto fra parentesi - torna su tutta la questione con una serie di documenti (fra cui quelli relativi alla ‘voluntary disclosure’ richiesta da Bogarelli, Ciocchetti e Andrea Locatelli, pure ex Infront, e alcune specifiche informazioni relative alle posizioni dei diversi presidenti delle squadre di calcio coinvolte), su cui non ci addentreremo, perché si tratta di materia troppo ampia e di grande complessità.

Tutto questo solo per far capire quanto sia importante (ed è un eufemismo) l’intera materia, che infatti ha visto altri clamorosi colpi di scena in questi anni: l’advisor della Lega di A è sempre Infront Italy ma solo il nome è uguale, perché la nuova proprietà (la cinese Wanda) ha in qualche modo davvero ‘voltato pagina’, tanto che Bogarelli e soci sono usciti di scena (secondo ‘L’Espresso’ stanno anzi tentando di ‘rientrare in scena’ in altra veste, sempre operando in tema di diritti sportivi Tv) e al vertice di Infront c’è adesso Luigi De Siervo, che per questa posizione ha lasciato una promettente carriera in Rai, come si ricorderà. Non basta: tutto è in movimento anche nella stessa Lega, tanto che, dati i contrasti non componibili, si è dovuta commissariarla e commissario è stato nominato il confermato (nonostante le critiche ricevute a suo tempo) presidente della Federcalcio Carlo Tavecchio.

 

Chiuse queste lunghe premesse, veniamo al dunque. Riusciranno la Lega e Infront nel doppio miracolo di fare le cose ‘presto e bene’ (l’urgenza di chiudere il 9 giugno deriva dal fatto che tre giorni dopo ci sarà l’altrettanto importante asta per i diritti Tv Uefa della Champions League e si è approfittato dell’Ok delle Authorities alle regole del bando, arrivato tempestivamente il 18 maggio) e anche di incassare di più del triennio precedente?

Ecco le rilevantissime cifre in ballo, allora. Nel triennio 2015-2018 si è arrivati a 1,2 miliardi di euro complessivi a stagione, per i diritti sulle partite di campionato, con una specifica ‘partita’ (piuttosto nebulosa) per i diritti per l’estero, aggiudicati a MP& Silva. Stavolta l’obiettivo della nuova Infront e della Lega è di arrivare a ben 1,4 miliardi complessivi (300 milioni di incasso sono previsti per i diritti per l’estero). Naturalmente ‘sarà una parola’ riuscirci, ma lo vedremo.

C’è da dire che nel triennio precedente i diritti Web sono alla fine rimasti invenduti, mentre stavolta saranno assegnati (ed è probabile che acquirenti ce ne siano) due specifici pacchetti (C1 e C2) con i diritti delle principali squadre del campionato, del valore di 100 milioni di euro ciascuno.

I pacchetti, complessivamente, saranno cinque, “una formula mista dove si sommano alcuni elementi di vendita per piattaforma con vendita per prodotto, consentendo pari dignità a operatori internet e con il divieto di offerte condizionate” (come ha spiegato De Siervo). Nessuno dei pacchetti basta da solo per trasmettere tutte le partite.

In dettaglio, ci saranno ancora i pacchetti A (diritti satellitari) e B (digitale terrestre) ma non saranno più questi due i pacchetti principali: in palio infatti ci sono solo i diritti di otto squadre ma con sole quattro ‘big’, ovvero Juventus, Inter, Milan e Napoli, mentre non ci sono più né Roma né Lazio e neppure la Fiorentina e il Torino. I pacchetti di conseguenza sono ‘quotati’ (minimo richiesto) ‘solo’ 200 milioni ciascuno.

Il pacchetto più sostanzioso diventa pertanto il D (prima meno importante), che non è assegnato per piattaforma ma aperto a chiunque, partendo da un minimo di 400 milioni di euro, sia interessato ad aggiudicarsi i diritti sulle gare di 12 squadre (fra cui stavolta anche le citate Roma, Lazio, Torino e Fiorentina): si tratta di ben 324 eventi, di cui 132 in esclusiva. ‘Tradotto’, ciò significa che nel prossimo triennio la sola esclusiva di un pacchetto A o B (quella che potrebbe avere, ad esempio, Mediaset Premium sul pacchetto B) avrà un’attrattiva decisamente ‘minore’ rispetto al passato. Se Sky, inoltre, volesse tutte le partite, come ora, dovrebbe spendere, come minimo, fra pacchetto A e D, ben 600 milioni invece di 510. Sempre in teoria e ‘in astratto’, naturalmente, nella pratica si vedrà.

 

C’è poi il ‘contorno’: nel bando sono stati aggiunti 7 pacchetti opzionali, di tipo Gold (esclusivi) e Silver (non esclusivi), con una serie di diritti Tv ‘accessori’, come l’accesso al campo di gioco per la presentazione delle partite, le interviste prima, all’intervallo e subito dopo il fischio finale, le ‘famose’ immagini degli spogliatoi. Il prezzo di questi pacchetti opzionali è stato definito applicando una percentuale al corrispettivo offerto per il relativo pacchetto principale: 4% per quelli relativi al D, 8% per gli altri. Ci sarà poi la ‘portabilità’ (cioè la possibilità di utilizzare dispositivi mobili per vedere fuori casa le partite della propria pay-tv) come diritto accessorio da acquistare a parte e una gara a parte anche per bar e ristoranti.

Infine - e qui bisogna proprio rassegnarsi - ci saranno ben 8 ‘finestre’ su cui verranno spalmate le partite: il sabato alle 15, 18 e 20.30 (non più 20.45), la domenica alle 12.30, 15 (tre sole partite!), 18 e 20.30, il lunedì alle 20:30.

Appuntamento al 9 giugno, allora.

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