La fusione tra le due compagnie non ha mai funzionato in questi nove anni. Dopo lo scorporo graduale di alcune società, oggi la separazione.
Non ha mai funzionato il matrimonio tra Aol e Time Warner, nato nel 2000 con enorme clamore mediatico quando Aol annunciò l'accordo di acquisto di Time Warner (con 164 miliardi di azioni Aol) che comprendeva anche l'assorbimento della Cnn. Oggi a distanza di 9 anni le due società si apprestano a tornare ad essere entità separate.
L'acquisizione nasceva con l'idea di integrare contenuti editoriali e di intrattenimento con quelli tecnologici, ma la crisi nella quale è entrata Aol si è trascinata dietro anche Time Warner. Con lo "sgonfiarsi" della bolla di Internet e la nascita di altre internet company, Aol ha visto calare i suoi utenti e sottoscrittori, perdendo valore come buona parte degli altri Internet provider. Inevitabile che la crisi di Aol, come accade in ogni crisi di coppia, avesse conseguenze su Time Warner.
Dopo i 99 miliardi di dollari persi nel 2002, nel 2003 è arrivata la rimozione di Steve Case (mente della fusione). La strategia dei successivi amministratori delegati della compagnia è stata un progressivo scorporo di società che consentisse a Time Warner di sopravvivere (in quell'occasione sono nate compagnie come Time Warner Cable o Warner Music).
Ora tocca ad Aol, passata attraverso un rigido ridimensionamento con un taglio di circa 2.500 persone e l'approdo all'outsourcing per buona parte delle sue attività.
D'ora in poi la strada di Aol sarà ancora di più in salita. Dovrà portare a termine la transazione a digital media company, basata sulla pubblicità on line, in tempi in cui il mercato dell'advertising non è certo tra i più floridi ed è calato del 20% nell'ultimo anno, e rivalutare il proprio brand.