Il Consiglio dei ministri, con tutta probabilità, inizierà domani pomeriggio l’esame della bozza del disegno di legge di riforma del sistema radiotelevisivo, presentata dal Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri.
La cosa è stata confermata dallo stesso Ministro che, conversando con i giornalisti a margine della presentazione del francobollo commemorativo del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, si è "sbottonato" sullo stato delle cose.
Gasparri ha spiegato che "al Ministero stanno finendo materialmente il lavoro", dicendosi speranzoso che la bozza possa essere pronta già venerdì, "anche se un ritardo non sarebbe un grave problema".
La legge "di sistema" era stata, a suo tempo, invocata direttamente dal Presidente della Repubblica nel suo messaggio al Parlamento di luglio, indicando nel pluralismo dell'informazione una delle condizioni "per avere garanzie democratiche nella società contemporanea".
La bozza conterrà un preambolo dedicato al pluralismo, per poi andare a ridisegnare le regole antitrust per il sistema dei media fino all'arrivo del digitale terrestre, preparando probabilmente anche una graduale privatizzazione della Rai.
I nuovi limiti antitrust dovrebbero essere incentrati sul mercato pubblicitario complessivo dei media e non più riferiti in specifico al numero di reti televisive possedute, con probabile abolizione dei limiti incrociati tra stampa e televisione.
L'urgenza di approvare il provvedimento va comunque anche messa in relazione all'imminente sentenza della Corte Costituzionale, chiamata ad esprimersi il 24 settembre sul tema del pluralismo televisivo, a diversi anni dalla precedente sentenza che reclamava vincoli antitrust di fatto mai applicati.
La questione più "rovente" sul tappeto è quella di Rete 4, oramai da tempo in regime di proroga perché priva di concessione e in attesa di un presunto invio sul satellite. Fra gli scopi dell'approvazione della legge potrebbe esserci, insomma, anche quello di salvare Emilio Fede.