Una saga di quelle mitiche, britannica fino al midollo ma di qualità straordinaria. È ‘Downton Abbey’, di cui è appena terminata su Rete 4 la terza serie. Ma a uno ‘sguardo distratto’ del pubblico ha fatto riscontro anche un ‘trattamento troppo disinvolto’ da parte della rete Mediaset.
Giovedì scorso è andata in onda l'ultima puntata della terza serie di 'Downton Abbey', fiction televisiva delle BBC pluripremiata in Gran Bretagna e amatissima negli Stati Uniti (dove va in onda sulla PBS) ma snobbata dal pubblico italiano. La fiction ha aperto la sua terza stagione su Retequattro (precedentemente andava in onda su Sky) con 1 milione di spettatori, per chiudere, nella penultima, con soli 800 mila spettatori (3,4% di share).
'Downton Abbey' è una serie in costume coprodotta da Carnival Films e Masterpiece per il network ITV (UK) e per la citata PBS statunitense. Ideata e scritta da Julian Fellowes, è ambientata alla fine dell'età edoardiana per arrivare fino al periodo successivo alla II guerra mondiale, nella tenuta di Dowtown Abbey, da cui prende il nome. La serie è la narrazione dei rapporti familiari, d'amore ma soprattutto di potere, che si esplicitano nella splendida cornice di Downton Abbey, appunto.
Una fiction raffinata, sceneggiata dal premio Oscar Julian Fellowes, alla quale - nella versione originale - è difficile trovare dei difetti e nella quale nulla è lasciato al caso: buoni i dialoghi (meglio nella versione in lingua originale), le ambientazioni, le location, la ricostruzione e gli stessi attori, la cui scelta è 'ragionata' fin nei minimi dettagli. Anche l'ultima delle comparse è insomma un attore di buon livello.
Nella versione originale, dicevamo, la fiction da il meglio di sé, perché nell'adattamento per la Tv italiana ci sono stati degli 'errori' che hanno danneggiato la narrazione e che il pubblico italiano potrà verificare quando usciranno i nuovi dvd. Le puntate originali (la serie è disponibile sul sito www.itv.com) durano 50 minuti ciascuna; Rete 4 ha ridotto la programmazione “assemblando” le puntate, tagliando delle scene, cambiando delle battute e snaturando la narrazione, per produrre puntate di oltre 70 minuti, che, tra l'altro, subiscono anche svariate interruzioni pubblicitarie.
Si tratta comunque di un prodotto molto raffinato e difficile da collocare sulle reti Mediaset. Rete 4 era probabilmente la più adatta, anche se sconta il fatto di essere bollata come la rete delle soap di livello non eccelso ( ma che riscuotono magari, comunque, un gran successo di pubblico). Il direttore della rete Giuseppe Feyles ha detto che non si arrenderà e che Rete 4 riproporrà la fiction (nel Regno Unito è in onda la quinta serie!). Ma nel farlo sarebbe bene non incappare negli 'errori' fatti nella messa in onda di questa serie.