La giornalista e conduttrice del Tg1 è morta a soli 50 anni dopo una breve malattia; tutti la ricordano per il suo stile di conduzione garbato e sobrio. La scomparsa anche di un nome storico del giornalismo femminile Rai: Piera Rolandi.
È stato il Tg1, giornale che aveva condotto per alcuni anni, a dare l'annuncio della morte, dopo una breve malattia, di Laura Mambelli, volto noto ed inviata del Tg della rete ammiraglia Rai. La Mambelli aveva 50 anni e buona parte del pubblico di RaiUno la ricorda per il suo stile sobrio, pacato e chiaro.
Laura Mambelli aveva iniziato la sua carriera professionale collaborando con alcuni quotidiani, tra cui 'Il Corriere della Sera'. Nei primi anni Novanta era passata al Tg1, lavorando prima negli speciali, poi alla cronaca, per passare poi alla conduzione. Come inviata ha seguito la vicenda del rapimento della giornalista Giuliana Sgrena, il terremoto di San Giuliano di Puglia e l'alluvione di Messina. Fu chiamata per una stagione anche ad 'Annozero'.
Le parole di addio alla Mambelli sono arrivate da Carlo Verna, segretario Usigrai, e da Stefano Campagna e Alessandra Mancuso, giornalisti del Tg1 (è stato il Tg1 delle 13,30 di sabato che ne ha annunciato la morte) e membri dell'esecutivo Usigrai: “Grande tristezza pervade tutti noi - hanno detto - per la prematura scomparsa di Laura Mambelli, collega che ha interpretato l'impegno nel servizio pubblico raccontandoci con garbo e semplicità tanti fatti di cronaca. Un volto pulito, capace di esprimere candore anche ponendo domande impegnative non si riproporrà più ai telespettatori del Tg1. Oltre che alla famiglia la solidarietà dell'Usigrai va proprio ai colleghi della testata ammiraglia, che hanno avuto Laura come quotidiana stimata compagna di viaggio. Il dolore e il rammarico per le doti umane e professionali che la morte porta via sono se possibile accresciuti perché ciò è avvenuto ad appena 50 anni di vita”.
Ma nei giorni corsi ci ha lasciati, in sordina, anche un volto del recente passato del giornalismo femminile Rai che vogliamo assolutamente ricordare: Piera Rolandi. E chi non la ricorda, soprattutto da Milano, porgere con tono di solito serio e qualche volta anche 'grave', le più varie notizie di cronaca e di politica, sempre con grande rigore e assoluto scrupolo professionale?
Piera era nata il 7 marzo del '27 in Svizzera, a Lugano. Una carriera nel giornalismo sempre da pioniera. Tra le prime donne ad approdare in Rai, era stata l'apripista che aveva interrotto l'egemonia dei mezzibusti al maschile. Era stato Ugo Zatterin a chiamarla per condurre il Tg2. Si era distinta per l'impegno nelle grandi inchieste, dallo scandalo diossina a Seveso alle denunce sulla condizione femminile.
Infine, si era ritirata in Toscana, a Pomarance (Pisa). «Non ha voluto funerali pubblici né il cordoglio degli amici, lei che nel lavoro di tanti anni in Rai fece una continua ricerca dettata dalla passione culturale e civile, dalla serietà e dalla competenza». Con queste parole l'hanno salutata i tanti amici del Partito Democratico di Volterra. Molti telespettatori, certamente, non la dimenticheranno.