Nei giorni scorsi sono morti Osvaldo Cavandoli, noto per l’invenzione della Linea ma ricordato anche per altre sue creazioni, ed uno dei creatori dei Puffi.
Osvaldo Cavandoli, in arte Cava, era nato il 1° gennaio 1920. Era molto conosciuto per aver creato la famosa "Linea", il personaggio che, nato una trentina d'anni fa, era poi stato destinato alla pubblicità della Lagostina, ma era anche uscito per conto
proprio con numerosissimi cortometraggi, che avevano riscosso un notevole successo in Italia e all'estero. Non è un caso che il Pinocchio dell'omonima trasmissione di Gad Lerner ricordasse molto da vicino, per grafica e tecnica, propria la Linea di Cava. Cavandoli è sempre stato considerato a ragione un maestro dell'animazione e diversi suoi "discepoli" sono diventati a loro volta dei numeri uno nel campo dell'animazione. Uno di questi, Piero Tonin (Tunin, come lo ha sempre chiamato Cavandoli), vive e lavora a Washington (U.S.A.) ed è occupatissimo sempre nel campo del disegno animato statunitense, con vignette su quotidiani e su vari siti Internet.
Cavandoli però si era quasi stancato del fatto che tutti lo conoscessero come il disegnatore della "Linea" e voleva che si parlasse di lui come un illustratore di altri generi: bellissimi i suoi disegni esposti in varie mostre.
Un altro lutto riguarda il disegnatore e sceneggiatore belga Yvan Delporte, maestro del fumetto e co-creatore con Peyo delle avventure degli gnomi blu dei Puffi, morto a Bruxelles all'età di 78 anni. I cartoni animati dei Puffi sono stati portati in Italia da Canale 5 nel 1983. Con l'arrivo in Italia dei Puffi è stato portato nella televisione italiana per ragazzi il mito dell'ecologia e della natura, sia come ambiente nel quale i Puffi si muovono sia come valore da rispettare.
I Puffi, infatti, sono una popolazione di piccoli elfi blu con il cappellino bianco, tutti rigorosamente maschi ( Puffo Inventore, Puffo Forzuto, Puffo Golosone, Puffo vanitoso, ecc.) con una sola presenta femminile: la bionda Puffetta, dolce ma anche un po' civetta. Era stata proprio questa prevalenza di elementi maschili nella popolazione dei Puffi a farli bollare di "maschilismo" da alcuni ambienti femministi. Ma non è bastato a cancellarli dai palinsesti o fare calare la loro celebrità.
Un aneddoto: famosissima è la sigla "Noi Puffi siam così" cantata da Cristina D'Avena che non è mai cambiata in questi 24 anni.