C’è voluta un’eternità ma da ieri Paolo Romani è ministro dello Sviluppo Economico. L’interrogativo ora è sulle deleghe alle Comunicazioni…
Paolo Romani è stato nominato ieri ministro dello Sviluppo economico dal presidente Repubblica Giorgio Napolitano dopo mesi e mesi di 'vuoto' (interim di Berlusconi) al Ministero, che ha fatto seguito alle dimissioni di Scajola. Romani ha giurato al Quirinale, nelle mani del capo dello Stato, nella sala della Pendola. La cerimonia del giuramento è stata brevissima, tanto che qualcuno ha parlato di grande 'freddezza' al Quirinale.
Paolo Romani, manco a dirlo, lo conosciamo bene, essendo lui stato, fra le altre cose, editore e direttore di Millecanali prima di approdare alla politica.
Romani ha da poco festeggiato il compleanno (è nato il 18 settembre 1947 a Milano) e la nomina a ministro dello Sviluppo economico arriva solo con qualche ritardo rispetto alle indiscrezioni iniziate nel luglio scorso.
Nel maggio 2008 Romani era stato nominato sottosegretario con delega alle Comunicazioni al Ministero dello Sviluppo Economico e poi viceministro il 30 giugno 2009, sempre con delega alle Comunicazioni.
La delega non era stata data a caso, poiché Romani è un grande esperto del settore: alle spalle ha una lunga carriera nell'editoria radiotelevisiva, con alterne fortune, anche se da tempo è molto vicino al Premier e quindi anche alle sue idee e ai suoi interessi nell'ambito televisivo.
Già, ma ora che succederà alle deleghe alle Comunicazioni? Ci sarà un nuovo sottosegretario o un nuovo viceministro? La risposta è: forse, ma forse no. Prima dell'estate si parlava di Anna Maria Bernini (come avevamo riferito a fine luglio) come nuovo viceministro alle Comunicazioni. La sua candidatura è ancora in ballo, ma non ci sono certezze, anche per l'assoluta precarietà della situazione politica.
Peraltro, da una parte non si vede come Romani possa cumulare a lungo tante competenze e compiti, dall'altra chiunque altro prendesse il suo posto dovrebbe studiare un po' la materia Tv, in pieno imminente switch off della Lombardia, un appuntamento ad alto rischio che richiede attenzione massima al Ministero (e poi ci sono molte altre cose importanti in ballo).
Non resta allora che stare a vedere…