Le intercettazioni non rivelavano una situazione edificante per lui (e per i suoi interlocutori). Ma il giudice del lavoro ha ugualmente deciso che Agostino Saccà deve tornare al suo posto di responsabile della fiction Rai. Che accadrà oraO
Vediamo la decisione del giudice (che ricorda un po' quella, sul fronte politico opposto) di Santoro, qualche tempo fa, nella cronaca di www.repubblica.it:
«Il giudice del lavoro di Roma, Giuseppina Vetritto, ha accolto il ricorso dei legali di Agostino Saccà contro la sospensione da direttore di Rai Fiction decisa da viale Mazzini e ne ha ordinato la riammissione in servizio.
Nell'ordinanza, resa nota oggi dai legali di Saccà - Federico Tedeschini e Nicola Petracca - il giudice ordina alla Rai la riammissione in servizio di Saccà "nel ruolo precedentemente svolto" ritenendo che le opinioni della parte resistente, cioè dell'azienda, non siano condivisibili.
La Rai aveva avviato la contestazione disciplinare a Saccà, con relativa sospensione cautelativa, il 21 dicembre del 2007, in riferimento alle notizie emerse fino a quel momento dall'inchiesta di Napoli nella quale il dirigente era indagato per corruzione e alle intercettazioni di telefonate con Silvio Berlusconi il cui contenuto lascerebbe presupporre accordi in fatto di raccomandazioni televisive.
Inizialmente, quando la vicenda era venuta a galla, lo stesso Saccà aveva deciso di autosospendersi, in attesa che la sua posizione si chiarisse. Ciò però non aveva fermato l'indagine interna Rai, con conseguente provvedimento disciplinare cautelativo dell'azienda nei confronti dell'alto dirigente e ne era appunto scaturita la sospensione dal lavoro. Saccà aveva però ritenuto immotivata questa misura, oltre che illegittima, proponendo quindi ricorso urgente al giudice del lavoro del tribunale di Roma che, questa mattina ha accolto la tesi del direttore di RaiFiction».