Decretato il fallimento per Venice Channel , il canale televisivo satellitare in alta definizione lanciato con grandi ambizioni due anni fa.
Vediamo la notizia così come è stata riportata dal 'Gazzettino' (edizione di Venezia) del 10 novembre:
«È fallimento per Venice Channel , il canale televisivo satellitare in alta definizione lanciato con grandi ambizioni due anni fa con l'obiettivo di promuovere nel mondo l'immagine di Venezia e l'"Italian style"s.
Lo ha dichiarato (nei giorni scorsi) il Tribunale di Venezia, il quale ha nominato quale curatore fallimentare il commercialista veneziano Paolo Reali: l'udienza di verifica dei crediti è fissata per il 4 marzo del prossimo anno. Giudice delegato alla procedura è il dottor Luca Marini.
La prima istanza di fallimento della società, una spa, è stata presentata da alcuni dipendenti ed ex dipendenti, che non ricevono da mesi il compenso per l'attività svolta. Successivamente, dopo alcuni tentativi di salvataggio e di cessione dell'azienda, gli stessi amministratori hanno presentato a loro volta un'istanza di fallimento, ritenendo evidentemente che non vi fosse più nulla da fare a fronte di una pesante situazione debitoria. La società, tra l'altro, non ha beni o proprietà sulle quali i numerosi creditori potranno rivalersi: l'unico attivo che potrebbe avere valore è costituito dal canale nel quale vengono trasmessi i suoi programmi: notiziari, documentari, eventi musicali e artistici su Venezia e sul patrimonio culturale italiano.
L'emittente veneziana, con sede alla Giudecca, nell'Incubatore degli ex cantieri Cnomv, è nata da una idea di Fabrizio Zago, amministratore delegato, e di Nicola Di Lernia, direttore strategico. Le trasmissioni hanno preso il via il 1 gennaio del 2006, con un budget di vendita nel primo anno di 6 milioni di euro ed uno staff di partenza di venti persone. Nel presentare l'iniziativa, Zago aveva assicurato l'esistenza di un grande interesse da parte del mondo politico e imprenditoriale di fronte al lancio della nuova televisione, finalizzata a valorizzare il made in Veneto, grazie ad un palinsesto composto da vari contenitori tematici: Turismo, Moda, Cultura, Cibo, Attualità, Natura, Artigianato ed Industria. Ma le prime difficoltà iniziano già nel settembre del 2006 e nei primi mesi del 2007 si aggravano tanto che la società non paga più gli stipendi.
"È la deriva di un sogno, di un progetto in cui tutti hanno creduto e sperato, prestando tempo e professonalità a proprio danno - lamentano gli ex dipendenti - . Come è stato possibile tutto questoO"».