Mara Venier e Michele Cucuzza protagonisti domenica scorsa di un dibattito sulla guerra ai limiti della rissa. Dopo molte critiche, pare che non si darà più ai varietà il compito di parlare della guerra.
La più recente puntata di "Domenica In", più che dai vari Giucas Casella e "parruccate" d'ogni sorta, è stata caratterizzata dai battibecchi fra l'onorevole Daniela Santanchè (An) e Sandro Curzi (direttore di 'Liberazione'), dalle schermaglie verbali tra Cesare Lanza e don Antonio Mazzi, tra gli utopistici proclami di pace dell'americana Heather Parisi e del cardinale Ersilio Tonini, ma soprattutto dalle parole grosse tra il direttore di 'Libero', Vittorio Feltri, e l'onorevole Giovanni Berlinguer (Ds), accusato di essere anti-americano e di sperare in una guerra lunga e con tanti morti.
Per Berlinguer, chiamato in causa malamente in sua assenza, RaiUno ha così scompaginato lo show, invitandolo a confrontarsi con l'accusatore Feltri, con il sottosegretario Giuseppe Galati, Clemente Mastella, Vera Slepoj, Andrea Nativi, Stefania Casini, Maria Grazia Capulli, Paola Perego.
A un certo punto di questa furibonda kermesse (oltretutto nel corso di un programma di varietà) Marcello Sorgi, perplesso, si è lestamente allontanato dallo studio, visto che il dibattito stava prendendo i toni di un poco sofisticato "Processo del lunedì". A stimolare le critiche nei confronti del contenitore domenicale di RaiUno hanno contribuito anche le interviste della coppia Cucuzza-Venier al ministro della Salute, Girolamo Sirchia e dell'Istruzione, Letizia Moratti.
Nel frattempo a Viale Mazzini c'è chi avanza l'ipotesi che il presidente Lucia Annunziata e il direttore generale Flavio Cattaneo possano "commissariare" "Domenica In", mentre il presidente dell'Ordine dei giornalisti del Lazio e Molise, Bruno Tucci, punta il dito sui conduttori: "Non si può continuare ad affidare l'informazione a persone che con l'informazione non hanno nulla a che fare".
Il direttore di RaiUno, Fabrizio Del Noce ha invece definito la situazione ricca di "polemiche strumentali" e "una tempesta in un bicchier d'acqua", sottolineando che "la trasmissione ha rispettato il ruolo dei giornalisti, la par condicio e le regole vigenti sulla presenza dei politici in tv" e annunciando solennemente che "visto l'allungamento dei tempi della guerra, da oggi tutti i programmi torneranno alla normalità, pur con un occhio alla guerra, ma il resto verrà fatto dalle edizioni ordinarie e straordinarie dei tg". Una decisione che va ritenuta - a questo punto - assai opportuna.
Cucuzza, dal canto suo, ha affermato che "un dibattito può piacere o non piacere e si può riuscire a gestirlo meglio o meno bene. Soprattutto quando gli ospiti sono tanti, forse troppi. Ma quello che è certo è che non c'è stato alcun tipo di aspirazione propagandistica. Anche perché non ho appartenenze di alcun tipo da molti anni". E sarà anche così, ma fatto sta che Cucuzza da tempo non fa più il giornalista, ma un altro mestiere, l'intrattenitore pomeridiano di RaiUno.