Grandi spese e grande sfoggio di ‘bei nomi’ della politica ‘alla prima’ per il ‘Barbarossa’ di Renzo Martinelli. Il film, sostenuto con forza da Rai Fiction e Rai Trade, appare come l’“opera culto” della Lega Nord, al punto che Bossi compare in un ‘cammeo’.
Qualcuno ha definito quella della compagine di Governo “politica d'avanspettacolo” e, se il primo ministro si diletta nelle serate a Palazzo Grazioli a cantare con Apicella, il leader della Lega Umberto Bossi è stato protagonista di un cammeo nel “Barbarossa” di Renzo Martinelli (proprio lui, il regista dell'intenso 'Vajont').
In queste ore il film, costato qualcosa come 30 milioni di euro, esce nelle sale, alla faccia di Brunetta che solo un mese fa aveva dichiarato che “esiste in Italia un culturame parassitario vissuto di risorse pubbliche che sputa sentenze contro il proprio Pae¬se ed è quello che si vede alla Mostra del Cine¬ma di Venezia”, facendo infuriare Michele Placido.
Ma il 'Barbarossa' no. Non è frutto di un regista “rosso”. È un gran filmone-polpettone quasi storico che narra le gesta del piccolo grande uomo Alberto Da Giussano e della sua sconfitta del conquistatore Barbarossa. Un film che, secondo gli storici accademici nella ricostruzione poco ha di storico e che annovera tra i protagonisti attori tutt'altro che “padani”. Raz Degan (Alberto Da Giussano) israeliano e la polacca Kasia Smutniak (Eleonora). E già che ci siamo un po' di gossip non basta: pare che proprio sul set del film sia nata la fugace relazione tra la bella Kasya, compagna di Pietro Taricone (che interpretava Ciro Sorrentino, uno dei falchi di “La nuova squadra” su RaiTre, poi uscito di scena) e il magnetico Degan, compagno di Paola Barale.
Barbarossa è invece il nordico Ruitger Hauer mentre Cecile Cassel (sorella di Vincent) è francese e appena saputo della valenza politica del film si è dissociata, dicendo che, consapevole, non l'avrebbe fatto.
Il film è stato presentato in pompa magna giorni fa in anteprima a Milano alla presenza del sindaco Letizia Moratti e di Silvio Berlusconi. Il Senatur, a suo agio nel ruolo di padrone di casa, ha accolto gli ospiti al Castello Sforzesco accompagnato dalla moglie e dai figli. Presenti anche i ministri dell'Economia, Giulio Tremonti, dell'Interno, Roberto Maroni, e della Semplificazione, Roberto Calderoli. C'era anche la “Berghem bagatt”, banda di cornamuse bergamasche.
Insomma dopo aver tanto citato Bravehart come film simbolo dell'indipendenza dei popoli anche la Lega ha il suo film-icona con comparse a non finire che invocano l'Alberto da Giussano, ammazzamenti e tanto sangue, con dettagli su mutilazioni e ammazzamenti vari, simboli regi, cavalli e armature.
Ed è curioso leggere che cosa dice Martinelli in relazione al cammeo di Bossi nel film. «Umberto è un amico - ha spiegato il regista - e io amo far partecipare i miei amici ai miei film: in 'Barbarossa' infatti sono presenti anche il mio commercialista e il mio agente fiscale. È un gioco che ho sempre fatto e la presenza di Bossi non fa che arricchire il mio film».
Martinelli starebbe già lavorando al nuovo film e chissà che la prossima volta non si riusciranno a vedere in scena il suo droghiere e il suo parrucchiere.