Era considerato la voce critica dell’America; aveva riportato i più importanti e tragici fatti della storia degli Stati Uniti.
"And that's the way it is". In questo modo ("così stanno le cose") Walter Cronkite chiudeva il notiziario sulla Cbs che per 19 anni, dal 1962 al 1981 ha condotto, il "Cbs evening news". Quella frase, per gli americani, era un sigillo di verità.
Cronkite è morto pochi giorni fa all'età di 92 anni alla vigilia dell'anniversario del primo sbarco dell'uomo sulla luna che lui stesso aveva riportato con radiosa calma, come se avvenisse nello studio vicino.
Era considerato la voce dell'America, il più grande giornalista Usa e, per 60 anni ha osservato, mettendolo in primo piano sullo schermo in bianco e nero che gli permetteva di entrare nelle case di milioni di americani, il lavoro sporco della politica e poi il fuoco dei giovani americani martiri in Vietnam, le marce di protesta.
Televisivamente parlando Cronkite non aveva nulla a che fare con gli attuali anchorman e con i giornalisti d'assalto di oggi. Prima di tutto era un giornalista. Si presentava in studio con gli occhialoni neri spessi, la camicia botton down. Ma era considerato una delle poche voci attendibili dell'America tanto che quando disse che la guerra in Vietnam non sarebbe stata vinta il presidente Johnson commentò: "Se abbiamo perso Cronkite abbiamo perso l'americano medio".
Infatti Cronkite è stato la coscienza degli americani che non sempre capivano bene cosa stesse succedendo al loro Paese. "Io mi limito a presentare i fatti - diceva - , per quanto siano dolorosi e incomprensibili. Ma non c'è nulla che non possa essere spiegato alle persone che mi ascoltano".
Walter Cronkite lo ha fatto senza mai sbilanciarsi riportando i fatti più importanti e tragici del Paese, presentando i fatti spesso senza verve ed enfasi ma costruendo un giornalismo onesto e unico. Aveva iniziato il suo lavoro facendosi paracadutare in Normandia per seguire lo sbarco, era stato nella Russia staliniana e dallo studio della Cbs aveva dato notizia dell'assassinio di Kennedy, della guerra in Vietnam, dello sbarco sulla luna, dell'assassinio di Martin Luther King e più recentemente del pasticcio dell'ambasciata americana a Teheran, con lo scandalo che fece perdere la presidenza a Jimmy Carter.