Massimo Rendina era nato a Mestre il 4 gennaio 1920; giovanissimo iniziò a scrivere per ‘Il Popolo del Friuli’, poi si trasferì a Bologna e mentre frequentava ancora l'Università, dove si dilettava anche in una compagnia teatrale amatoriale, scrisse su ‘Il Resto del Carlino’ occupandosi di cronaca bianca (suo collega fu Enzo Biagi). Allo scoppio della seconda guerra mondiale si arruolò e divenne sottotenente dei bersaglieri.
Venne mandato in Russia con il CSIR, rimpatriato per una licenza di convalescenza, tornò a lavorare al ‘Carlino’ quando arrivò il 25 luglio. Nel settembre 1943 arrivò a Torino, dove incontrò Corrado Bonfantini ed aderì alla Resistenza; nominato comandante partigiano nelle Brigate Garibaldi, prese il nome di battaglia di Max il giornalista.
Rendina fu fra i protagonisti della liberazione di Torino e nel capoluogo piemontese riprese la professione di giornalista a ‘l'Unità’. Si occupò anche di cinema scrivendo film con Piero Tellini, curò poi la settimana Incom con Luigi Barzini junior.
Nel 1950 Rendina vene assunto in Rai grazie a una segnalazione fatta da Indro Montanelli a Picone Stella (funzionario dell'emittente televisiva di Stato), che aveva chiesto al grande giornalista un corrispondente da Parigi. Dopo un anno Rendina venne chiamato a Roma dove fu designato al terzo programma radiofonico, un canale culturale neonato al quale collaborarono, fra gli altri, Corrado Alvaro, Giuseppe Berto e Carlo Emilio Gadda.
Nel 1956, dopo la morte di Vittorio Veltroni, Rendina diventò direttore dell'unico telegiornale allora esistente in Italia; cacciato da Fernando Tambroni venne reintegrato in Rai grazie all’amico Aldo Moro. Negli anni '60 fu condirettore delle relazioni con l'estero, negli anni '70 scrisse per il settimanale ‘Le ore’, diretto da Enzo Peri, fu anche amministratore delegato dell'Iri e quindi direttore centrale per lo sviluppo tecnologico.
Rendina lavorò anche nel cinema come sceneggiatore e fu anche attore nel film ‘Giordano Bruno’ per la regia di Giuliano Montaldo con Gianmaria Volontè. Dopo aver condotto per RadioUno ‘La Telefonata’, lasciò la Rai per raggiunti limiti di età nel 1985.
Dalla seconda metà degli anni '80 insegnò Teoria e Tecnica della Comunicazione alla II Università di Roma.
Negli ultimi anni della sua vita Rendina fu attivo presso l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (ANPI) ed ebbe gli incarichi di presidente del Comitato Provinciale ANPI Roma e membro del Comitato scientifico dell'Istituto Luigi Sturzo per le ricerche storiche sulla Resistenza.