È ripartito ‘La pupa e il secchione’

Dopo tanta attesa ha ripreso il via il reality ‘kitsch’ per eccellenza, ‘La pupa e il secchione’, che ha dimostrato di avere sempre un suo pubblico. Già, ma perché un programma così “piace”? Ah, saperlo…

Ci si interrogava, una volta, sui massimi sistemi. Oggi, con un ragionamento più terra terra, lo sforzo è orientato a capire dove stia andando la Televisione e che cosa ci trovino gli italiani in programmi come "La pupa e il secchione" (trasmissione pur 'invocata' da alcuni e ripresa da Mediaset solo dopo lunga attesa), che nella prima puntata della sua seconda edizione ha fatto domenica sera 2.736.000 spettatori e il 15,90% di share su Italia 1.

Per fortuna a salvare i programmi televisivi c'è il Qualitel, che ha recentemente rilevato come i programmi più apprezzati dal pubblico, dal punto di vista qualitativo, si chiamino "Report" o "Che tempo che fa". Ma in base a questo assunto il punto interrogativo alla domanda “Che cos'ha di bello 'La pupa e il secchione'?” diventa gigante, essendo il programma qualcosa che sembra a metà tra il reality e i film di Pierino-Alvaro Vitali. E, comunque sia, la mattina dopo al bar tutti a parlare del programma, come si faceva vent'anni fa il lunedì mattina dopo una domenica di campionato.

Nulla contro l'esibizionismo in Tv delle pupe, ma anche degli stessi secchioni. La critica riguarda piuttosto la falsità e la scarsa credibilità di alcune parti sulle quali si regge il programma. Il "Zucca quiz", ad esempio, nel quale è più che evidente che le pupe, chiamate a riconoscere in foto personaggi come Garibaldi, Manzoni o Bertinotti la tirino per le lunghe nel non riconoscerli, nonostante gli aiutini di Papi. Si salva solo il Dalai Lama.
Ma da monotono e ripetitivo nella prima parte, con il "Zucca quiz" appunto, il reality (seppur troppo lungo) si riprende un po' e nella seconda parte, quando i bambini sono a letto, ci sono poi più ammiccamenti sexy delle pupe, con gran visibilio di cosce e spalmamenti di crema. Brillante infine la conduzione di Paola Barale ed Enrico Papi, che dimostrano di essere già una copia affiatata.

Ma c'è comunque un grande pregio nel programma. Sono i secchioni che si prendono ironicamente in giro, restando in mutande nello studio televisivo, e aspirando a conquistare la bella di turno, come succedeva ai tempi del liceo: si tratta pur sempre di conquistare l'oca giuliva che aveva occhi solo per il tipo atletico, tenebroso e sprezzante con le ragazze, e con il sette in condotta, mentre il secchione, rimaneva in un angolo a guardare con il suo marchio di eterno sfigato.
Insomma, questa cosa funziona ancora, almeno sembra.

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