Egitto: la rivolta anche dei giornalisti

La Tv di stato egiziana, strumento di informazione nelle mani del Governo fino all’ultimo, ha però visto alcuni dei suoi giornalisti denunciare la parzialità dell’informazione e lasciare l’emittente.

La rivolta egiziana che ha portato alla caduta del presidente Mubarak ha coinvolto direttamente i giornalisti che hanno seguito gli eventi. Come riportato dalle cronache dei giorni scorsi, molti dei reporter di tutto il mondo che erano presenti al Cairo sono stati aggrediti e in alcuni casi fermati dalle forze dell'ordine.

Ma il maggior sconvolgimento è stato proprio per i giornalisti egiziani. In Egitto, infatti, i media sono sempre stati controllati dalle forze di Governo ed usati come strumenti per influenzare l'opinione pubblica. A dimostrare la parzialità di Nile Tv, Tv pubblica egiziana, è stata la concorrente Al Jazeera, che nei primi giorni delle rivolte di piazza ha contrapposto le proprie riprese con quelle di Nile Tv, trasmettendo le immagini sul proprio blog.
Da una parte c'erano le immagini che Nile Tv riportava come in diretta con strade e vie deserte, con una piazza Tahrir in realtà stracolma di persone, dall'altra quelle di Al Jazeera, alla quale il Ministero dell'informazione aveva ordinato di non trasmettere servizi sul Paese. Ci sono stati anche arresti e tentativi di oscurare il segnale di Al Jazeera ma gli egiziani sapevano ormai come munirsi della 'parabola giusta' per continuare a vederla.

Ma il modus operandi di Nile Tv è stato messo sotto accusa dagli stessi giornalisti che lavoravano al suo all'interno e sarebbero due i cronisti che (forse incoraggiati anche dal precipitare degli eventi a sfavore di Mubarak) hanno abbandonato il proprio posto di lavoro per "incompatibilità" con la linea editoriale.
Un caso eclatante è quello di Shahira Amin, uno dei volti più noti della Tv di Stato. La anchorwoman ha annunciato pubblicamente la decisione di dimettersi, perché ha detto proprio ad Al Jazeera (prima della caduta di Mubarak) “non voglio essere parte dell'apparato di propaganda”.

“Io non voglio continuare ad alimentare le bugie del regime" - ha aggiunto, dando l'addio a Nile Tv (ma magari ora potrebbe rientrare se ci sarà una probabile nuova gestione). Un'altra a lasciare la Tv di stato è stata la presentatrice Soha El-Nakash, che ha rassegnato le dimissioni dopo 20 anni di lavoro a Nile Tv, definendo “immorale” l'atteggiamento del canale nel raccontare le proteste di massa in Egitto.
Soha El-Nakash ha detto di aver preparato ben cinque servizi per il canale di Stato il 26 gennaio, ovvero il secondo giorno di proteste, ma nulla o quasi sarebbe poi stato mandato in onda.

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