Eletti i componenti della nuova Autorità

Il 10 marzo era scaduto il mandato dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, con a capo Enzo Cheli. Scartata l’ipotesi di una proroga e sia pure dopo una lunga giornata di lavori, il Parlamento ha eletto i nuovi componenti di questo importantissimo organismo ‘di garanzia’.

Ieri il Parlamento ha eletto a scrutinio segreto i componenti dell'Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni.

Alla Camera sono risultati eletti: Enzo Savarese, indicato da An e vicino alle posizioni del ministro Gasparri, con 171 voti; Nicola D'Angelo, magistrato, indicato dai Ds, con 168 voti; Gianluigi Magri, attualmente sottosegretario all'Economia per l'Udc, con 169 voti; Sebastiano Sortino, direttore generale della Fieg, 'tecnico' gradito a tutta l'Unione, con 168 voti.

A Palazzo Madama i senatori hanno invece nominato quali Commissari dell'Autorità per le Comunicazioni: Giancarlo Innocenzi, sottosegretario alle comunicazioni, di F.I.; Stefano Mannoni, vicino a Forza Italia e gradito alla Lega (per lui il partito di Bossi alla fine ha "sacrificato" Antonio Marano, ex direttore di RaiDue, candidato fino a ieri mattina con buone chances); Michele Lauria, senatore della Margherita ed ex sottosegretario alle Comunicazioni; l'ex deputato Udeur Roberto Napoli.

Complessivamente, come previsto, c'è un 'quattro a quattro' fra maggioranza e opposizione. Ma soprattutto pare di notare una maggiore (e tutt'altro che auspicabile alla vigilia) 'politicizzazione' di questi nuovi membri dell'Authority, che sembrano più rappresentare i rispettivi partiti che essere di provata 'caratura tecnica'.

Una svolta negativa, a nostro parere, in un organismo che dovrebbe essere di Garanzia e che già si era distinto con Cheli per le molte cautele politiche e la 'timidezza' con cui aveva affrontato i nodi della Tv (un po' meglio era andato nel campo della telefonia).

Va fatta infatti una distinzione importante: quattro Commissari dovranno occuparsi soprattutto di 'reti e infrastrutture' (cioè, soprattutto telecomunicazioni e telefonia), gli altri quattro di 'prodotti e servizi' (cioè, in particolare, Media e Tv).

I Commissari che si occuperanno delle Tlc saranno Mannoni, Sortino, Savarese e Napoli; quelli che avranno voce in capitolo su Media e Tv saranno invece Innocenzi, Magri, D'Angelo e Lauria.

Un vero e proprio 'caso' è sorto così sul nome di Sortino, ex dirigente Fieg, che pensava di potersi occupare di Tv e pubblicità; grande l'imbrazzo nel Centro-Sinistra per l'errore in cui sono incorsi i parlamentari, cui ora si cercherà di rimediare (non si sa bene come).

Un altro momento critico sarà ora quello della scelta del successore di Cheli, che spetta al Governo (Berlusconi potrebbe delegare tuttavia uno dei suoi vice per evitare polemiche sul conflitto d'interessi) ma deve essere convalidata dal Parlamento (in sostanza il candidato deve essere 'gradito' anche all'opposizione). Il Polo ha tre nomi, Calabrò, Vari e Zeno Zencovich, ma finora la situazione è di stallo.

''Se si manifesta la convergenza sul nome credo che si possa arrivare ad una designazione del presidente dell'Autorità per le Comunicazioni anche prima di Pasqua, con un'immediata convocazione delle Commissioni, anche in un periodo festivo o pre-elettorale per la ratifica della nomina" - ha detto il ministro Gasparri.

Il problema è appunto mettere d'accordo maggioranza e opposizione. L'obiettivo per il ministro deve essere "trovare il consenso, tenendo conto che non può esserci diritto di veto su qualsiasi ipotesi. Il fatto che si sia arrivati alle nomine dei Commissari mi lascia ben sperare. Siamo giunti ad una cosa che si riteneva impossibile".

"Credo che l'elezione degli otto membri da parte del Parlamento - ha aggiunto Gasparri - debba indurre ad una rapida soluzione per la designazione del presidente, perché è bene che per tutti gli aspetti l'Autorità possa operare nella pienezza dei suoi poteri il più presto possibile''.

Ed è proprio vero, perché è in corso una dura campagna elettorale su cui proprio l'Authority dovrebbe vigilare.

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