Un tentativo di capirci qualcosa su un tema tanto controverso come quello della par condicio e un riepilogo di alcuni dati in tema di presenza dei partiti nei Tg in tempi recenti.

Dopo la memorabile e incredibile trasmissone-duetto fra Grillo e Vespa di lunedì 19 maggio, arrivano i provvedimenti dell'Agcom.
Troppo tempo di parola in Tv al premier Matteo Renzi e l'Agcom ha così ordinato il riequilibrio a più operatori, dopo aver analizzato i dati relativi al monitoraggio sul pluralismo politico e istituzionale nella Televisione riferiti al periodo 10-16 maggio e anche in relazione all'intero periodo di par condicio 5 aprile-16 maggio: a essere coinvolti sono stavolta Rai, La7 e Sky.
Il Consiglio ha altresì esaminato gli esposti pervenuti in materia di parità di accesso dei soggetti politici e istituzionali.
Dall'analisi dei dati fatta dal Consiglio dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni "sono emerse alcune criticità - dice un comunicato - riguardanti la parità di trattamento tra i soggetti politici e istituzionali" e sono stati adottati, "dopo un articolato dibattito nel quale sono emerse anche posizioni diversificate", diversi provvedimenti.
«Essi - specifica l'Autorità riguardano gli ordini di riequilibrio nei confronti de La7, Rainews e Skytg24, "per l'eccessivo tempo di parola fruito dal presidente del Consiglio"; un ordine di riequilibrio anche per La7 "per l'inadeguata presenza riservata al Nuovo Centro Destra e a tutte le liste con minore rappresentanza parlamentare". Infine, un ordine di riequilibrio e un richiamo al Tg3, "rispettivamente per l'eccessivo tempo di parola concesso al presidente del Consiglio e per lo scarso spazio fruito dal Nuovo Centro Destra".
Più in generale proviamo a questo punto a spiegare il tema della par condicio.
'Par condicio' in campagna elettorale: è una parola, anzi due, ma dietro ci sono una marea di problemi e di situazioni. I programmi di spettacolo non devono ospitare i politici, ma i talk-show ovviamente lo fanno, anche se magari la loro dipendenza da una testata giornalistica è puramente o abbastanza formale (è il caso del programma di Barbara D'Urso della domenica su Canale 5 che tanto spazio ha dato di recente a Berlusconi e dipende da Videonews).
I Tg invece devono cercare di mantenere un certo pluralismo ma ciò non di rado non avviene, anche perché bisogna vedere chi fa notizia in quel momento e in questo caso si rischiano richiami e multe dall'Agcom, che però non fanno certo paura a chi vuol sostenere per forza per proprie ragioni una certa causa (accadeva così a Fede con il Tg4, multato ma senza che ciò fosse un dramma per nessuno, tantomeno per Mediaset).
Non basta: il monitoraggio dell'Agcom riguarda le varie edizioni dei Tg e si può quindi riparare (diciamo solo formalmente) con un'edizione molto poco seguita a un vantaggio dato a qualcuno in un'edizione di prima serata, seguitissima. Poi c'è lo spazio delle rubriche, che non sono conteggiate con i Tg e che pure possono servire anche a 'risarcire' qualcuno rispetto ad altri, avvantaggiati nei Tg.
Poi ci sono spazi che dipendono dalle testate ma non c'entrano nulla: è il caso del Tg3 che aveva la responsabilità formale del concertone del 1° maggio e qualcuno si è scandalizzato per l'imprevista fortissima critica a Renzi di Piero Pelù. In ogni caso tutte le cautele di questo mondo - come si è visto - non hanno impedito a Berlusconi di iniziare e portare avanti la consueta 'maratona televisiva pre-elettorale', mentre altri (I Verdi, la lista Tsipras ecc.) trovano pochissimo spazio e protestano platealmente. Ma se si costringessero i Tg e i talk-show a dare spazio a tutti in maniera uguale, li si renderebbe 'impossibili da trasmettere', come si sa, e infatti anni fa si chiuse tutto per un po'.
Poi il paradosso dei paradossi: in realtà lo spazio 'paritario' andrebbe dato ai candidati (al Parlamento Europeo, lasciamo stare per carità di patria le elezioni amministrative e regionali) e non ai leader di partito, che da Renzi a Berlusconi (che non può neppure votare), a Grillo candidati non sono e neppure stanno in Parlamento. È poi il caso di ricordare che Grillo fra odio (interessato) e un po' d'amore per la Tv ha costruito una strategia sulla presenza-assenza-critica ai tg e agli organi d'informazione in genere? Del resto che altro ha fatto Pannella per qualche decina d'anni prima di lui?
Detto questo (ed è solo un assaggio del tema 'par condicio in periodo di campagna elettorale', perché poi parzialmente la regola andrebbe rispettata tutto l'anno), veniamo a qualche situazione specifica e ai dati.
Per esempio, Enrico Mentana si è lamentato dell'Agcom durante uno dei suoi Tg, perché gli era stato inviato un 'ordine di riequilibrio' per gli eccessivi tempi di parola fruiti dal Presidente del Consiglio (e segretario PD, doppio ruolo che crea un bel po' di problemi, come vedremo) Matteo Renzi, di cui era stata ritrasmessa una conferenza stampa in diretta quale Capo del Governo. Ma Mentana ha spiegato come lo spazio dedicato a Renzi era stato “compensato” da quello dedicato a membri dell'opposizione in programmi di approfondimento, soprattutto 'Bersaglio Mobile' condotto dallo stesso Mentana, che aveva ospitato solo esponenti di opposizione ma non era stato considerato a dovere.
L'Agcom ha anche richiamato a riservare più spazio ai Cinque Stelle le testate Studio Aperto, RaiNews e Sky Tg 24, in onda anche su Cielo. La prossima verifica sarà relativa ai dati del periodo 19 aprile-2 maggio.
Ma vediamo i tempi dedicati alle forze politiche e istituzionali nel periodo 5-18 aprile, secondo i dati di Geca Italia, che opera il monitoraggio per conto dell'Agcom. Per soggetti politici si intendono i partiti e per soggetti istituzionali i Presidenti di Repubblica, Senato, Camera, del Consiglio, per il Governo, i Ministri e i Sottosegretari, e infine c'è l'Unione Europea.
Partiamo dal tempo di parola, il tempo in cui il soggetto politico, istituzionale parla direttamente in voce per le edizioni complessive dei tg delle varie reti. Il Tg7 di La7 (con La7D), per esempio, ha dedicato il 36,52% del tempo di parola al Pd, il 16,20% a Pdl-Forza Italia e il 27,06% ai Cinque Stelle (considerando i soli partiti senza i soggetti istituzionali); dati che diventano 11.4%, 5.05% e 8.44%, considerando anche le istituzioni nella suddivisione del tempo di parola e non solo l'appartenenza politica. Il solo presidente del Consiglio Renzi, in quanto tale (e non in quanto leader del PD), ha infatti avuto il 59,57% del tempo! Più un quasi 8% del Governo (ministri ecc.).
Il tempo di parola dei Tg Mediaset (nel loro complesso, compreso Tgcom 24, tutte le edizioni) è stato: 28.75% al PD, 30.39% al Pdl e 19.54% ai Cinque Stelle. In questo caso, il Presidente del Consiglio ha avuto meno spazio rispetto al Tg di La7: solo il 19,36%.
Il tempo di parola dei Tg Rai nel loro complesso (compreso Rai News 24) e per tutte le edizioni è stato così suddiviso: 29,3% al PD (17.11% considerando il tempo diviso anche tra soggetti politici e istituzionali, con il Presidente del Consiglio al 14,47), 20.17% al Pdl-Forza Italia (11.78%) e 15,73% ai Cinque Stelle (9.19%). Ancora, Nuovo Centro Destra 12,6 (7,36) e Lega Nord 5,51 (3,22).
Da notare che il Presidente della Repubblica Napolitano, un tempo molto 'gettonato', in questa rilevazione ha solo il 2% dello spazio (in altre ancor meno).
Ma il dato più significativo resta il tempo di antenna (somma del tempo di notizia e del tempo di parola). Il periodo in questione vede un ampio spazio dedicato al Pdl da parte dei Tg Mediaset. Nello specifico, considerando i soli partiti politici, i Tg del Biscione (tutte le edizioni) hanno dedicato a Pdl-Forza Italia il 45,77% e solo il 19.58% al Pd, con il 16.85% ai Cinque Stelle; si tratta peraltro della settimana in cui viene comunicata l'assegnazione di Silvio Berlusconi ai Servizi Sociali.
Considerando sia i soggetti politici che quelli istituzionali, sempre in questa rilevazione relativa ai Tg Mediaset, ai primi viene dato il 71,34% del tempo e ai secondi il 28,66%, con Renzi quale Presidente del Consiglio al 16.92.
Guardando ai singoli Tg Mediaset, il Tg4 dedica ai soggetti politici l'80,16% del tempo di antenna (con 23.9% al Pd, 30.07 a Pdl, 12.48 ai Cinque Stelle, 3,12 a Nuovo Centro Destra, 2.69 Lega Nord, 2,19 a centro Democratico, 1,55 a Sel di Vendola, 1.45 a Fratelli d'Italia, 0,86 a Scelta Civica). Ai soggetti istituzionali va il 19.84%, con Renzi all'11.80.
Il Tg5 ha dedicato il 70.14% ai soggetti politici (28.21% al Pdl, 12.23% Cinque Stelle e solo 9.76% al Pd); Studio Aperto l'82,17% ai partiti politici (36,40% al Pdl, 25.39 al PD e solo il 6.49% ai Cinque Stelle). Infine il TgCom 24 dedica il 69.41% ai soggetti politici (34.12% Pdl, 12.79% al Pd, 12.41% Cinque Stelle) e il 30.59% ai soggetti istituzionali.
Lasciando da parte Mtv, Laeffe-Repubblica Tv e Deejay Tv, e considerando infine SkyTg24 (con Cielo), è stato dedicato al Pd l'11.94% del tempo di antenna, al Pdl il 31,09, ai Cinque Stelle il 7,49, al Ncd 5,34 e alla Lega Nord l'1,46; ai soggetti istituzionali è stato dedicato il 38,98%, con all'interno del dato il Presidente del Consiglio al 18.24 e, un po' a sorpresa, gli altri membri del Governo al 18.50.
Seguono, per gli amanti del genere, le tabelle dettagliatissime relative alle sole edizioni principali dei tg dei vari gruppi televisivi e alle sole rubriche extra-Tg ma dipendenti dalle diverse testate.
Ma con l'approssimarsi delle elezioni, le tensioni si erano già accentuate, come dimostra l'articolo che segue di qualche giorno fa tratto da www.repubblica.it:
«In vista delle elezioni europee del 25 maggio, tre puntate speciali di 'Porta a Porta' il 14, 15 e 16 maggio, condotte da Bruno Vespa e Mario Orfeo, con in prima serata ospiti Beppe Grillo, Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, in ordine da decidere. In seconda serata gli esponenti delle altre forze. È la proposta inviata dalla Rai alla Vigilanza, che ha scatenato la protesta dei partiti minori. Domani una riunione dell'ufficio di presidenza della Vigilanza Rai valuterà la richiesta.
Intanto, il consiglio dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, presieduto da Angelo Cardani, ha esaminato… i dati relativi al monitoraggio sul pluralismo politico e istituzionale nella televisione riferiti al periodo 19 aprile - 2 maggio nonché gli esposti pervenuti in materia di par condicio. Dall'analisi dei dati sono emerse alcune criticità riguardanti la parità di trattamento tra i soggetti politici e istituzionali e sono stati adottati i provvedimenti conseguenti. In particolare, sono stati rivolti due ordini di riequilibrio a Tgcom 24 e a Laeffe. Il primo per l'eccessivo spazio fruito da Forza Italia rispetto agli atri soggetti politici, il secondo per quello riservato al Movimento 5 Stelle.
A seguito degli esposti ricevuti, inoltre, puntuali richiami sono stati adottati nei confronti di Rai, Rti, La7 e Sky, sollecitando le emittenti ad assicurare una presenza adeguata a tutte le liste e non soltanto a quelle con maggior rappresentanza parlamentare. L'Autorità ha poi continuato il monitoraggio del percorso di riequilibrio avviato con le decisioni assunte nello scorso consiglio. In particolare, in ottemperanza all'ordine dato a La7, l'Agcom, pur constatando una contrazione del tempo di parola del presidente del Consiglio, ha segnalato la necessità di un'ulteriore riduzione. L'Autorità si riserva una valutazione complessiva in occasione dei prossimi consigli. Il consiglio, pur prendendo altresì atto di una riduzione della concentrazione, nelle edizioni principali, del tempo riservato a Forza Italia e a Berlusconi da parte di Studio Aperto e Tg4, ha segnalato anche in questo caso un persistente squilibrio riservandosi un ulteriore esame. Infine, una segnalazione volta a raccomandare maggior equilibrio dei tempi di parola del premier e degli altri esponenti del governo è stata inviata a tutte le emittenti, ricordando quanto previsto in materia dalla normativa vigente».