L’ascolto è sempre buono ma la fama è quella di una Tv grigia e ‘parastatale’. Ecco che ora Euronews prova a cambiare logo e grafica (per ora, per il resto si vedrà), per dimostrare vitalità e rinnovamento.
Vediamo quanto ha scritto in proposito Daniele Lepido su "Il Sole 24 Ore":
«Per smentire dicerie vere o false, ma soprattutto per riposizionarsi sul piano della comunicazione, Euronews cambia pelle e dopo 15 anni dalla sua nascita si rifà il trucco con un marchio nuovo di zecca, un sito internet riveduto e corretto con uno slogan minimal che richiama alla "purezza" delle notizie date al telespettatore senza intermediazioni o commenti. Valore totale dell'operazione, costata due anni di lavoro all'agenzia MI di Parigi circa «8 milioni di euro», come spiega il direttore generale Michael Peters.
E «non tanto per modificare le strategie editoriali di un gruppo che trasmette in otto lingue, quanto per comunicare in modo diverso quello che siamo: una Tv con un format unico nel suo genere che vuole dare ai telespettatori le notizie senza filtri, dibattiti o interpretazioni. E anche senza presentatori. Le notizie e basta».
L'obiettivo non è neppure quello di aumentare audience e share, visto che in Europa «già battiamo i numeri dei nostri principali competitor - continua Peters - con un pubblico adulto che supera ogni giorno i 6 milioni di telespettatori, contro i 2 milioni di Cnn International e il milione di Bbc World».
Per il 2008 Euronews ha un budget di 50 milioni di euro, circa dieci volte inferiore rispetto ai rivali americani e inglesi, pur raggiungendo nel Vecchio Continente un numero maggiore di utenti.
La società editrice è la Secemie (Societé editrice de la chaine européenne multilingue d'information Euronews), detenuta al 90% da cinque big player pubblici. Che sono: France Television, la Rai per l'Italia, Rtvc per la Spagna, la russa Rtr e Ssr per la Svizzera. Il rimanente 10% è ripartito invece tra altre sedici Televisioni di Stato, come la belga Rtbf e l'irlandese Rtc.
Il rilancio di Euronews serve quindi per scrollarsi di dosso quell'aura di Televisione di basso profilo, come dice un esperto, dall'anima parastatale («Abbiamo vinto un bando pubblico aperto a tutti», ricorda Peters piccato). Il logo stesso - un cerchio bianco dentro un rettangolo nero - così semplice da apparire persino banale, in realtà richiama proprio il concetto di immediatezza, che si traduce in una canale "fresco" che fa a meno delle intermediazioni.
«Con un budget da 50 milioni - conclude Michael Peters - trasmettiamo in otto lingue. Se fosse stata una sola avremmo speso circa la metà, quindi 25 in ili tini di euro. E sa qua! è la veritàO Che con questi soldi i nostri concorrenti non ci comprano neppure le macchine per il caffè».