“Il primo luglio non trasmettiamo. Non possiamo fare una rete locale, che non è vista a Bologna, Milano, Torino, Napoli, Catania. E abbastanza ridicola questa cosa, se la facessimo falliremmo in sei mesi”. Lo ha detto Francesco Di Stefano, patron di Europa 7, intervenuto a ’24 Mattino’ di Alessandro Milan, il bravo collega che presenta la rubrica d’informazione della mattinata di Radio 24. Al programma è intervenuto con la consueta competenza anche il collega Mario Mele del ‘Sole 24 Ore’. Il 1°…
"Il primo luglio non trasmettiamo. Non possiamo fare una rete locale, che non è vista a Bologna, Milano, Torino, Napoli, Catania. E abbastanza ridicola questa cosa, se la facessimo falliremmo in sei mesi".
Lo ha detto Francesco Di Stefano, patron di Europa 7, intervenuto a '24 Mattino' di Alessandro Milan, il bravo collega che presenta la rubrica d'informazione della mattinata di Radio 24. Al programma è intervenuto con la consueta competenza anche il collega Mario Mele del 'Sole 24 Ore'.
Il 1° luglio Europa 7 doveva appunto partire con le trasmissioni, dopo il contenzioso iniziato nel 1999 per ottenere le frequenze assegnate: "Noi dal '99 abbiamo diritto a tre canali (questa dei tre canali è comunque una novità, a occhio quel che si chiama un 'rilancio' in una partita; Ndr.), l'unico modo per avere una rete nazionale in analogico - ha detto Di Stefano - . Ora si pretende che noi, con una sola frequenza messa a disposizione, facciamo una rete nazionale. È una cosa impossibile tecnicamente. La stessa Rai dice che alla ricanalizzazione sono interessati 14 milioni di utenti. Noi, con un solo canale, non dovremmo superare 10-12 milioni di utenti.
Le frequenze che ci spettavano non le abbiamo, quindi non si parte".
Alla domanda se così non rischi di apparire incontentabile, Di Stefano ha replicato: "Su quello che rischio di apparire me ne son fatto una ragione. In Italia, in questo settore, si appare per quello che la propaganda di Mediaset decide che si debba apparire. Io devo fare un discorso imprenditoriale.
Dopo dieci anni bene o male siamo riusciti a stare in piedi. Se partiamo a queste condizioni è sicuro che falliamo è quindi facciamo finalmente felici e contenti gli amici di Mediaset".
Di Stefano sparge un po' di fumo - ci pare - con la storia dei tre canali (che vale forse per RaiUno per condizioni storiche di tanti anni fa che poco hanno a che vedere con la situazione televisiva attuale, che va verso l'isofrequenza SFN, semmai) e si prepara probabilmente a quello in cui è ormai uno specialista: una dura battaglia legale. Si capisce comunque che partire adesso con Europa 7, in condizioni sicuramente difficili a risintonizzazione di RaiUno appena avvenuta, con la necessità di convincere il pubblico e gli antennisti a trovare e sintonizzare Europa 7 sul canale appena liberato, con buchi in varie zone d'Italia e soprattutto nel bel mezzo del processo di switch over - switch off, sarebbe davvero un'impresa 'disperata'.
Si rinvia, allora, con l'idea che partire realmente in analogico oggi sia una possibilità ormai piuttosto remota.
Mauro Roffi