Fatti e fattacci in Kosovo

Non hanno vita facile i giornalisti televisivi e della carta stampata in Kosovo. Ecco cosa può capitare a loro se vogliono ‘raccontare troppo’…

Un uomo armato di coltello è entrato nei giorni scorsi nella sede di Klan Kosova Tv a Pristina il 27 ottobre e ed ha ripetutamente colpito il giornalista Milot Hasimja; la motivazione dell'aggressione sarebbe un servizio sull'uomo fatto da Hasimja.

L'uomo identificato come Sovran Syla, è stato immediatamente arrestato. Secondo i media locali, a Syla era stato consentito l'accesso alla stazione televisiva dopo che aveva chiesto di parlare con Hasimja. Hasimja è stato ricoverato in ospedale ma non è in pericolo di vita.

Sia il primo ministro kosovaro Hashim Thaci che l'associazione dei giornalisti del Kosovo hanno condannato duramente l'episodio. L'ufficio di Thaci ha detto: “Questi atti sono intollerabili perché mettono a repentaglio la libertà di espressione e di opinione (...) , uno dei valori più preziosi dello Stato e della società che stiamo costruendo”.

“Gli attacchi contro i giornalisti (...) - ha dichiarato l'associazione dei giornalisti - non devono essere tollerate”.

Sempre in Kosovo il giornalista investigativo Vehbi Kajtazi, del quotidiano kosovaro 'Koha Ditore', ha dichiarato di essere stato minacciato da membri dell'Eulex per via dei suoi articoli relativi alla presunta corruzione di funzionari della missione europea in questione. Il responsabile della missione, Gabriele Meucci, ha detto in una conferenza stampa che le accuse sarebbero stati "perseguite con determinazione". Le presunte minacce sono state confermate dal direttore di Koha Ditore, Agron Bajrami, il quale ha dichiarato che il suo giornale aveva ricevuto in precedenza minacce, ma questa era la prima volta nella sua storia che venivano fatte da membri di una missione internazionale.

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