Fazio-Saviano chiudono al meglio

Picchi d’ascolto mai raggiunti da La7 e solo ora la Rai si accorge di aver sbagliato a chiudere ‘Vieni via con me’ e tenta di rientrare in partita. Resta il ricordo di tre belle serate e di un programma emozionante, costruito con cura e attenzione.

Vediamo la cronaca della serata, come l'ha vista la nostra Aurora Gonevi:

«Le tre serate sono state un crescendo di emozioni e parole, un ottimo connubio di parole, musica, spettacolo, colori e poesia. Dalla prima serata alla terza a mio parere tutto è migliorato, sia Fazio che Saviano sono riusciti ad essere più spontanei, più a loro agio, meno emozionati e rigidi, persino più sorridenti.
Anche la Littizzetto che parrebbe non avere mai problemi a parlare, si è mostrata puntata dopo puntata più tranquilla e spontanea e per l'ultima serata ha scelto la parola BASTA! in un esilarante monologo.

Solo dopo tre puntate ho potuto ammirare pienamente la location, monumentale e suggestiva che la regia di Duccio Forzano e la scenografia di Francesca Montinaro hanno saputo magistralmente sottolineare con inquadrature, luci e immagini ben studiate, decise e forti ma nel contempo delicate e mai fastidiose.
Bellissimo il pavimento che insieme all'originale vidiwall 'svolazzante' era perennemente in movimento e mutamento, a sottolineare con immagini e colori diversi, le diverse testimonianze, le Parole.

La terza serata è stata la più dinamica, ricca di parole ma anche di musica e balletti, la più emozionante, forse anche perché c'era la consapevolezza che era l'ultima e andava guardata, assaporata e ascoltata nei minimi dettagli.
Dopo un omaggio a Pier Paolo Pasolini con cui si è aperta la trasmissione, il primo monologo di Roberto Saviano è stato dedicato all'Eternit, alla sentenza del Tribunale di Torino che ha sancito che l'amianto uccide e che “dovrebbe portare alla creazione di una sorta di superprocura che si occupasse degli infortuni negli ambienti di lavoro, perché è una questione non meno importante dei processi di mafia…”. A chiusura la toccante lettera di Romana Blasotti, moglie e madre di vittime dell'amianto.

L'omaggio di Saviano a Falcone e Borsellino attraverso le parole di Antonino Caponnetto è stato il suo secondo intervento in ricordo delle stragi di Capaci e via D'Amelio, inframmezzato dall'incantevole voce di Elisa che ha cantato prima 'Halleluja' di Leonard Cohen e poi 'Redemption Song' di Bob Marley.

Particolarmente commovente anche la parola Libertà scelta da Giuseppe Gullotta, l'uomo arrestato nel febbraio del 1976 e condannato all'ergastolo la confessione dell'omicidio di due carabinieri, che era però stata estorta con sevizie. Riconosciuto innocente con oltre vent'anni di ritardo, ha raccontato la pesante tristezza di non poter essere stato un padre 'normale' per suo figlio.
Marco Paolini ha portato invece la parola Treno e ha incantato con la sua voce narrante. Poi, quasi magicamente, la parola si è fatta gesto: bellissima l'idea del balletto che ha visto danzatori muti e sordi farci riscoprire come anche il corpo possa parlare e soprattutto farsi sentire.

Che dire poi del Maestro Ermanno Olmi che con l'umiltà che solo i 'grandi' sanno avere, ha parlato del Tempo mentre alle sue spalle sul vidiwall tre enormi clessidre facevano scorrere lettere al posto della polvere: “È l'emozione che dilata il tempo, ecco perché ai bambini il tempo pare infinito perché ne prendono parte con emozione, con stupore e meraviglia”.

L'ultimo monologo, Saviano lo ha dedicato ai 'Laogai', veri e propri campi di concentramento 'dove sono prigionieri tra i tre e i cinque milioni di cinesi'. Tra questi anche Lui Xiaobo, Nobel per la Pace 2010. Lo scrittore denuncia come 'Il potere immenso che ha la Cina, che ha comprato il debito americano, renda difficilissimo raccontare questa realtà”.
L'ultima parola non poteva che spettare a Stefano Bartezzaghi, il mago delle parole, che sceglie 'Zuzzurrellone'.

Il programma si è concluso come di consueto con l'elenco delle cose che si hanno e quelle che non si hanno sulle note di De Andrè e Fazio e Saviano hanno sottolineato con vera commozione “di avere un pubblico che li ha seguiti con passione, che li rende ancora più responsabili e soprattutto che non era per niente scontato".
Personalmente ho 'vissuto' il programma come una bella esperienza, mi sono sentita viva e toccata, partecipe come fossi là con loro».

Non a tutti, stavolta, il programma è risultato gradito (a partire da Aldo Grasso) ma in fondo è giusto così, perché non si può piacere a tutti e le accuse di noia, presunzione, scontatezza, saccenza e varie altre che abbiamo letto fanno parte del gioco. Ognuno vede le cose come crede, evidentemente, anche se a qualcuno non piace proprio nulla (e allora perché fa il critico televisivo? - verrebbe da dire). Invece a noi sono sembrate tre belle serate Tv, costruite con cura e attenzione, molto scritte, molto provate e molto 'recitate', come è giusto che sia, di un forte valore emotivo e contemporaneamente culturale e sociale. Chi non gradisce dovrebbe dirci cosa gli piace invece di quel che il piccolo schermo propone ogni giorno, spesso brutto e dozzinale, oppure spiegarci come mai in tre sere si sia vista sul piccolo schermo una parata di scrittori, registi e uomini di cultura in una dimensione che mai si era constatata assieme in un solo programma, anche di molte più puntate. È questa forse una pecca? I vari criticoni preferiscono un bel reality?

Incredibile sembra poi che qualcuno provi a considerare gli ascolti un flop o semiflop, dato che si tratta di gran lunga del massimo per una rete come La7. E qualcuno se n'è accorto anche in Rai, che ora prova a riportare a casa Saviano (che però ha un contratto con la La7), dopo aver fatto di tutto per cacciarlo.

Per gli ascolti, la miglior risposta è l'analisi del centro media Starcom, che vi proponiamo di seguito:

«Il programma di Fazio e Saviano chiude i battenti con ottimi risultati di audience e concentrando oltre 2,8 milioni di telespettatori (+ 2% di audience rispetto alla seconda puntata) e una share del 13%. Nella prima parte del programma gli spettatori sono stati quasi 3 milioni per poi calare nelle battute finali pur mantenendo un ottimo risultato di share (17%). Il picco d'ascolto è stato registrato alle ore 22.20, con 4.027.754 di telespettatori sintonizzati su La 7 (share del 14.5%).
Ancora terzo tra i programmi più visti del prime time, subito dopo la fiction di Canale 5 “Le tre rose di Eva” (5,3 milioni di telespettatori) e “Chi l'ha visto?” (Rai3, 3,2 milioni di telespettatori)».

A questo link vi proponiamo l'analisi approfondita del pubblico del programma, sempre a cura di Starcom.

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