Fazio, Saviano e l’Abruzzo

Anche il ‘nostro’ Dom Serafini, oltre a Aurora Gonevi, era presente alla puntata finale di Fazio e Saviano. Ecco la sua ‘particolare’ testimonianza…

“Due abruzzesi alla quarta ed ultima puntata di “Vieni via con me': Lilli Centofanti, sorella di Davide, l'universitario di Vasto morto sotto le macerie della Casa dello Studente durante il terremoto all'Aquila, e questo giornalista di Giulianova, residente a New York e Los Angeles.
Lilli ha letto uno degli elenchi, quello sulla irresponsabilitá dei politici, amministratori e dirigenti. Nel programma ideato da Fabio Fazio gli elenchi sono le colonne portanti.
Questo giornalista é stato privilegiato in quanto membro della stampa estera, visto che, a detta dell'ufficio stampa di Endemol, é stato deciso fin dall'inizio di non far partecipare giornalisti fra il pubblico in studio. Endemol é la societá partecipata dalla famiglia Berlusconi a cui Fazio si é rivolto per la sua produzione per conto di RaiTre.

Comunque é dovuto intervenire Marco Bassetti, presidente di Endemol Italia, affinché il privilegio mi venisse concesso. Alla fine sono stato invitato come “accompagnatore” e come tale sono entrato dall'entrata principale - piuttosto che da quella del pubblico “generale” - dopo il controllo del passaporto. Tutte le 150 persone facenti parte del pubblico si sono poi ritrovate presso il guardaroba - visto che non si poteva entrare in studio con giacconi o borse -per procedere a firmare le liberatorie ed indossare un braccialetto d'identificazione.
La sicurezza era molto severa per la presenza di Roberto Saviano, sempre sotto scorta.
Ad un certo punto, avendo imboccato una strada sbagliata all'interno del complesso Rai di via Mecenate a Milano (uno degli studi Rai sparsi per la cittá), la polizia mi ha bloccato per 5 minuti, fino a quando Saviano non é entrato in studio.
In seguito, la sicurezza Rai ci ha obbligato a spostarci quando é arrivata l'auto e la scorta di Piero Grasso, il procuratore antimafia (anche lui ha letto un elenco).
Una volta in studio, mi ha colpito l'eleganza del pubblico, infatti sembrava essere piú a teatro che in uno studio televisivo. Fra il pubblico vi era anche un numeroso gruppo di persone collegate ad impiegati Rai o della produzione.

Abituato all'ordine di uno studio Tv americano, non pensavo che la produzione, con un notevole caos, potesse veramente iniziare alle 21:10 come stabilito. Alla fine, peró, tutto é proceduto secondo la scaletta ed a un livello altamente professionale, considerando che il programma era in diretta, cosa in America oggi riservata solamente ai programmi di news.
Il terremoto all'Aquila ha occupato una buona parte dello spettacolo, e ad un certo punto, per farci rendere conto di quanto lunghi siano stati quei 35 secondi, si é riprodotto il suono del terremoto, con un'intensità tale da far vibrare le panche dove il pubblico era seduto. Cosa veramente terrorizzante specialmente per chi, come me, ha giá vissuto questa esperienza. Nel mio caso quella del gennaio del 1994 a Los Angeles dove il terremoto durato 45 secondi aveva raggiunto i 6,6 nella scala Richter (contro i 5,8 a L'Aquila). Peró i morti a Los Angeles erano stati 61, contro i 308 de L'Aquila.

L'ultima puntata di “Vieni via con me” ha registrato una share del 29,17% (percentuale di persone davanti ad un televisore) ed un pubblico di 8,669 milioni di persone, un po' meno di quelli della puntata precedente. Un calo dovuto al fatto che in Lombardia la conversione al digitale aveva causato problemi di ricezione.

In conclusione “Vieni via con me” é riuscito a creare una nuova forma di talk show rispetto al formato tradizionale, rimasto invariato da quando fu creato da Steve Allen nel 1953”.

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