Fazio – Saviano: molto più di un evento

Editoriale del mese: dicembre 2010 –

Quattro serate televisive emozionanti, quattro serate televisive (finalmente) di servizio pubblico. Fabio Fazio e Roberto Saviano ci hanno offerto la possibilità di rivedere all’opera quella che i nostalgici potrebbero definire ‘la buona Rai di un tempo’. Non è un caso che questa Rai (ri)nasca a Milano, dove storicamente si è sempre fatto un buon prodotto Tv, non è un caso che nell’ultima puntata della serie, una delegata di quelle che un tempo venivano definite le ‘maestranze’ della Rai abbia l…

Quattro serate televisive emozionanti, quattro serate televisive (finalmente) di servizio pubblico. Fabio Fazio e Roberto Saviano ci hanno offerto la possibilità di rivedere all'opera quella che i nostalgici potrebbero definire 'la buona Rai di un tempo'.

Non è un caso che questa Rai (ri)nasca a Milano, dove storicamente si è sempre fatto un buon prodotto Tv, non è un caso che nell'ultima puntata della serie, una delegata di quelle che un tempo venivano definite le 'maestranze' della Rai abbia letto un suo piccolo elenco, uno dei tanti della trasmissione, ma molto significativo, rivendicando l'orgoglio di quanti hanno realizzato per anni una 'buona Tv pubblica' e da tempo si sentivano invece demotivati, vuoti, sfiduciati.

Non è il caso di riaprire qui il dibattito su cosa sia la Tv pubblica, di quale sia alla fine il corrispettivo di quel canone che ci viene chiesto di pagare ogni anno. 'Se almeno il prodotto fosse all'altezza...', dicono in molti, alle prese con il bollettino e col pensiero rivolto a 'isole dei famosi', programmi conditi di risse e insulti, gossip e eterne dirette all'inseguimento dell'ultima novità sul caso di Avetrana.

Una volta tanto, il prodotto è stato all'altezza ed è stato un (felice, alla fine) paradosso il fatto che a dare una mano a tutta l'operazione siano stati, parzialmente, proprio coloro che quel programma volentieri non l'avrebbero visto in onda. Il primo in questo gruppo è stato proprio il direttore generale della Rai, che tanti dispetti e trabocchetti ha messo in campo per provare a 'fermare la macchina' e che non a caso anche dopo l'enorme successo della trasmissione non ha speso una sola parola (per quel che ci risulta) a suo favore, come pure dovrebbe fare un editore fiero del prodotto di successo che mette in onda.

Masi, maldestramente, ha invece creato attorno al programma quell'atmosfera di attesa che ci voleva, ha sì seminato disagio e messo in forse la realizzazione della trasmissione, ha persino costretto qualcuno (forse molti) a lavorare gratis (gratis per un programma visto da molti milioni di persone, dove la pubblicità si poteva vendere a peso d'oro), ma alla fine oggettivamente l'ha aiutato, creando curiosità e calamitando attenzione. E con lui sono saliti involontariamente sul carro di 'Vieni via con me' tutti i politici e leader di movimenti e associazioni che hanno contestato e deriso oppure chiesto a forza ospitalità e diritto di replica.

L'atmosfera di queste settimane negli studi della Rai di via Mecenate deve essere stata tremenda. Pressioni feroci, politici quotidianamente all'opera con dichiarazioni e pretese di ogni tipo, continue mediazioni interne alla Rai e polemiche esterne a non finire, un lavoro che doveva essere fatto quasi 'a dispetto di tutti', per gli autori, il capostruttura Loris Mazzetti, il regista Forzano, la stessa Endemol, e naturalmente soprattutto per Fazio e Saviano.

Che ogni settimana si sono trovati alle prese con un pubblico straordinariamente numeroso e contemporaneamente con difficoltà enormi, oltretutto senza l'appoggio del loro editore.

Eppure, sia anche stato solo per il sollievo nel vedere che tutto stava (per certi versi finalmente) finendo, la sera dell'ultima puntata di 'Vieni via con me' negli studi Rai di Milano si coglieva un bel 'clima', un'atmosfera distesa, quella che avvolge chi sa di aver dato il massimo, di essere piaciuto al pubblico, di aver vinto la partita, nonostante tutto. Tanti begli ospiti, un affiatamento evidente, meccanismi ormai collaudati, meno emozione in tutti: alla fine sembrava che il programma potesse durare altre ore senza stancare mai.

Nel dilemma 'vado, 'resto', a quel punto, poteva forse prevalere il 'resto'; 'resto perché mi sono divertito' - diceva infatti il duo Fazio - Saviano e aveva ragione. E se anche (ma forse no) tutto resterà un 'episodio singolo', sarà comunque un bel ricordo. Una bella pagina di Televisione.

di Mauro Roffi

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