Finalmente ‘svelato’ il valore del SIC

Il Consiglio dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, presieduto da Corrado Calabrò, ha approvato, all’unanimità, la relazione degli Uffici circa il valore economico complessivo del famoso SIC (Sistema Integrato delle Comunicazioni) e delle sue componenti.

Il SIC, su cui si calcola il tetto antitrust del 20% previsto dalla Legge Gasparri, è stato dunque quantificato in 22,144 miliardi di euro per il 2005. Il settore radiotelevisivo ne rappresenta il 35%, per un valore pari a 7,742 miliardi di euro, seguito dalla stampa quotidiana e periodica, che vale 6,613 miliardi di euro, e dalla pubblicità sui cosiddetti mezzi non classici (pubblicità esterna, sponsorizzazioni, iniziative di comunicazione di prodotti e servizi), il cui valore ammonta a 4,338 miliardi di euro. L'editoria annuaristica ed elettronica ha un valore di 2,019 miliardi di euro ed il cinema di 1,433 miliardi di euro.

Rispetto al 2004, anno in cui il SIC ammontava, sempre secondo i calcoli dell'Autorità, a 21,567 miliardi di euro, i mercati più dinamici sono stati quello della radiotelevisione (+ 6,7%) e della pubblicità sui canali non classici (+ 2,7%); a distanza, ecco la stampa quotidiana e periodica (+ 1,4%).

La quantificazione del SIC è stato un processo articolato e complesso, che si è avviato con la esatta definizione del perimetro merceologico delle sette aree di attività economica e della natura delle dodici tipologie di ricavi, così come definiti dalla legge Gasparri.

Dal punto di vista delle aree economiche, quelle della stampa quotidiana e periodica, della radio e televisione, dell'editoria annuaristica ed elettronica, sono state analizzate attraverso una rilevazione diretta presso le imprese del settore (oltre 300). In ogni caso, per le imprese di minori dimensioni (come le televisioni locali) le informazioni sono state acquisite tramite l'Informativa economica di sistema (IES), che affianca il Registro degli operatori di comunicazione (ROC).

Per le altre aree economiche, che non rientrano nella tradizionale attività di monitoraggio dei mercati svolta dall'Autorità, sono state utilizzate fonti informative esterne, le più affidabili a disposizione, in quanto elaborate dalle rispettive associazioni di categoria. Peraltro, queste informazioni sono state verificate con le suddette associazioni di categoria, al fine di tenere conto soltanto delle tipologie di ricavo indicate dalla legge Gasparri.

La valutazione finale, relativamente ai dati 2004, consente un confronto con i risultati prodotti da altre istituzioni. In particolare, si registra una differenza di 2,4 miliardi di euro rispetto alla stima prodotta dalla Fondazione Ugo Bordoni, pari a 23,9 miliardi di euro. Tale differenza si spiega fondamentalmente con il fatto che, rispetto agli altri studi che sono pervenuti alla misurazione del SIC, gli Uffici dell'Agcom hanno proceduto ad un sostanziale censimento dei ricavi con riferimento a tutti i settori tradizionalmente sottoposti alla disciplina dell'Autorità (radio, televisione, editoria e stampa), limitando soltanto ad alcuni mercati (cinema e pubblicità attraverso canali non classici) una misurazione basata su fonti esterne e procedure di stima.

Il tetto del 20% calcolato sulle risorse del Sic - lo ricordiamo in chiusura - scende al 10% per le società di tlc (come Telecom) i cui ricavi sono "superiori al 40% dei ricavi complessivi" dello stesso settore delle telecomunicazioni.

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