Finanziamenti all’editoria: un romanzo senza fine

Verso una souzione anche per il 2010? –

È una vera telenovela quella delle continue minacce di riduzione e/o revisione totale dei finanziamenti all’editoria. Il Governo un po’ tranquillizza, un po’ cerca di tagliare sul serio. Sull’onda dell’emergenza, poi, si proroga tutto. E anche stavolta…

Come spiega l'agenzia AGI, in commissione Cultura della Camera, nell'ambito del parere sul Mileproroghe, la relatrice Angela Fassinetti (Pdl) ha proposto la proroga di un anno le norme che contengono il diritto soggettivo per i finanziamenti pubblici all'editoria. La proposta è stata votata all'unanimità.
“Abbiamo ritenuto di votare questa proposta - spiega Beppe Giulietti, portavoce di Articolo 21 - per rafforzare il fronte unitario costituito queste settimane e per non dare alibi al Governo che a questo punto dovrà fare sapere dove, come e quando intenda recepire questa indicazione unanime”.
Giulietti, Ricki Levi ed Emilia De Biasi (Pd) affermano che “la moratoria sul diritto soggettivo è necessaria per arrivare in tempi brevissimi alla riforma dell'editoria, ci attendiamo ora dal sottosegretario Paolo Bonaiuti che si definisca il calendario”.

Anche secondo l'Ansa, “nella sede della commissione Cultura della Camera è stata votata all'unanimità la proposta lanciata dalla relatrice Frassinetti sul decreto milleproroghe di prorogare di almeno un anno le attuali normative sull'editoria a partire dal diritto soggettivo, in modo tale da poter affrontare in ben altre condizioni l'indispensabile riforma dell'editoria, così da dare certezza alle aziende e allo scopo di affrontare la questione in condizioni di serenità”. Lo annunciano i deputati Giuseppe Giulietti (Gruppo Misto), Emilia De Biasi e Ricardo Franco Levi Levi (Pd) in una nota diffusa da Articolo 21.
“Abbiamo chiesto al presidente della commissione Cultura Valentina Aprea - concludono i tre deputati - di intervenire personalmente sul Governo affinché sia garantita l'immediata approvazione di questa norma già in occasione del decreto milleproroghe, altrimenti sarà indispensabile l'immediata definizione di una norma di un solo articolo che recepisca il testo votato questa mattina e che è anche alla base di un appello già sottoscritto da decine di parlamentari di ogni schieramento”.

Prima di queste novità era stata bagarre (come ogni anno, più o mano) e la strada di un emendamento chiarificatore al Milleproroghe non era stata accettata dal Governo al Senato (era invece stato presentato il solito emendamento interamente sostitutivo del provvedimento, con richiesta di fiducia).

Ma dopo “il danno”, la solita corsa al rimedio. Sempre secondo l'Ansa, infatti, «Governo e maggioranza sarebbero al lavoro per risolvere il nodo dei tagli all'editoria forse già nel decreto Milleproroghe.
«Va trovata una soluzione, Tremonti deve trovarla - dice l'amministratore del 'Secolo' e deputato finiano Enzo Raisi firmatario di uno di questi emendamenti - , sennò andremo avanti, vorrà dire che ci conteremo. C'è un appello firmato da metà Parlamento».
Anche a fronte di questo pressing la maggioranza e il Governo si sarebbero messi in moto. Restano le questioni di calendario, visto che il dl scade il 28 febbraio e un ulteriore passaggio al Senato potrebbe metterne a rischio l'approvazione (e il provvedimento che contiene, tra l'altro, la riapertura dei termini per il rimpatrio di attività finanziarie e patrimoniali attraverso lo scudo fiscale)».

Non stiamo evidentemente parlando di 'robetta'. La FNSI, condannando il taglio ai finanziamenti, aveva minacciato anche “iniziative clamorose” di protesta perché molti giornali erano a rischio e assieme a loro il posto di lavoro di diversi giornalisti (i numeri che circolano sono oltre 100 testate e 4mila posti di lavoro appunto 'a rischio', soprattutto fra le testate cooperative, no profit e di partito).

Nel tentativo di risparmiare qualcosa, il Governo mette poi in dubbio il 'diritto soggettivo' ai finanziamenti, che in sostanza sancisce il diritto inderogabile ai fondi, al di là della disponibilità di cassa del Governo, che invece prova a proporre un 'tetto', magari con riduzioni limitate (fino al 20% massimo) per tutti. E poi c'è anche l'altra telenovela delle tariffe postali, finora agevolate e adesso forse non più.

Ma, al di là di questa manfrina annuale, come è opportuno riformare il settore, per non dare poi soldi (e capita, eccome!) anche chi non lo merita affatto?
Qui, dopo tantissime parole, è la solita notte fonda. In generale si parla di andare a verificare l'effettivamente distribuito e non la tiratura dichiarata (magari messa in campo appunto solo per avere i contributi) e la natura effettiva di alcune cooperative editoriali o comunque di una revisione seria dei criteri ecc. ecc. Ma poi succede poco o nulla. Così come da molto tempo vengono promessi dal Governo 'gli Stati Generali dell'Editoria' per discutere tutti assieme e trovare soluzioni. Alla fine gli uni e la altre non arrivano mai. Vedremo se stavolta andrà diversamente.

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