Si è concluso nei giorni scorsi a Bergamo il congresso della Federazione della Stampa, il sindacato dei giornalisti italiani. Alla fine, come previsto, i vertici sono stati confermati, con il duo Siddi – Natale.
Vediamo in questo primo articolo (torneremo sul tema con un'analisi di quanto è emerso da questo appuntamento) le problematiche interne alla FNSI. Ne ha riferito puntualmente Franco Abruzzo sul suo sito:
«Guido Besana, giornalista Mediaset, vicesegretario generale uscente della Fnsi, uomo di punta di Nuova Informazione, non è stato eletto consigliere della Fnsi. Una bocciatura clamorosa. L'altra bocciatura clamorosa riguarda le modifiche allo Statuto della Fnsi: non è passata la riduzione del numero dei delegati da 312 a 208…
Il Congresso ha approvato anche un'importante mozione a tutela dei giornalisti impegnati negli uffici stampa, sollecitata da Aurelio Biassoni. “Questa mozione - spiega Biassoni - impegna la Fnsi a estendere e incentivare l'applicazione del contratto Fnsi-Fieg negli uffici stampa”. Condivisa dal Congresso una mozione sul "caso Battisti".
Abruzzo riporta poi l'interessante 'consuntivo' di Michele Cassano dell'Ansa:
«Si è chiuso con la conferma, pressochè scontata, di Franco Siddi e Roberto Natale alla guida del sindacato il XXVI Congresso della Federazione della Stampa, animato, oltre che dallo scontro tra le correnti interne, dal confronto con gli editori ai quali i vertici hanno voluto affidare il compito di aprire l'assise bergamasca. Una scelta dettata sia dalla volontà di avviare il dibattito sindacale su basi concrete che dal tentativo (riuscito, secondo quanto rivendicato dallo stesso Siddi) di ottenere un riconoscimento del ruolo del sindacato, in un momento delicato non solo per il settore, ma per le rappresentanze dei lavoratori in genere. La crisi, con le pesanti ricadute occupazionali, è stata al centro del dibattito.
E, su questo piano, la tesi ribadita più volte da Siddi, di aprire alle richieste degli editori di un sempre maggiore impegno sui nuovi media, in cambio di nuova occupazione regolata e garantita, è apparsa condivisa. La spaccatura si è invece consumata sul piano strategico. Parte dei delegati rimproverano agli attuali vertici una linea troppo morbida e, hanno preso spunto dalla «mancata levata di scudi» nei confronti della «provocazione» dell'ingegner Carlo De Benedetti, che in apertura del congresso ha parlato di multimedialità come regalo per i giornalisti, per lanciare accuse, anche di servilismo, a segretario e giunta.
L'impressione, in fondo, è che non siano ancora sopiti i rancori per un rinnovo contrattuale ritenuto «una sconfitta sul fronte normativo, anche nell'accordo sulla multimedialità» e sulla gestione delle vertenze legate alla crisi, che avrebbero consentito «l'uscita di troppi colleghi dalle redazioni». Fatto sta che Siddi ha fortemente difeso la sua linea di dialogo, «pur nelle differenze di ruolo», come «unica strada per evitare di oltrepassare la linea della devastazione dei diritti». E su questo presupposto, forte di una maggioranza che resta saldamente dalla sua parte, proseguirà il suo mandato, che sarà l'ultimo. Nella ricerca, con Natale, di «quell'unità necessaria per dare forza alle battaglie sindacali».
Nell'agenda ci sono il rinnovo economico del contratto firmato nel 2009 e la riforma dell'Ordine.
…Pesa anche il mancato inserimento del referendum sui rinnovi contrattuali nello statuto. Accuse respinte al mittente dai vertici, che hanno ricordato il lungo lavoro svolto in consiglio sul tema e la necessità di alleggerire gli organismi per assicurare risparmi. A conti fatti, grazie alla norma che prevede i due terzi dei voti, le opposizioni sono riuscite a bloccare la riduzione dei delegati congressuali e dei membri del consiglio. Il prossimo congresso, invece, proprio grazie ad una modifica statutaria, non si svolgerà tra tre, ma tra quattro anni».