Il problema non è infatti quello di ‘fermare il progresso’, di rimanere ancorati all’attuale sistema analogico o invece di prendere in considerazione, perché ‘naturalmente più democratici’ (come qualcuno ritiene), tipi diversi di tecnologie. Le questioni sono di altro tipo: come, quando, da chi, in che modo verrà gestita l’attuale difficile fase di passaggio al digitale, in che maniera si opererà per salvaguardare quel minimo di pluralismo televisivo italiano che, pur in una situazione di forte…
Il problema non è infatti quello di 'fermare il progresso', di rimanere ancorati all'attuale sistema analogico o invece di prendere in considerazione, perché 'naturalmente più democratici' (come qualcuno ritiene), tipi diversi di tecnologie.
Le questioni sono di altro tipo: come, quando, da chi, in che modo verrà gestita l'attuale difficile fase di passaggio al digitale, in che maniera si opererà per salvaguardare quel minimo di pluralismo televisivo italiano che, pur in una situazione di forte concentrazione nel campo analogico, era stato finora mantenuto dalla presenza nell'etere di centinaia di Tv localiO Quali regole sono state finora stabilite e quali dovranno essere poste a tutela di un sistema in cui i canali potranno sì magari moltiplicarsi ma i protagonisti veri del sistema potranno anche continuare ad essere molto pochiO
Sulla rivista Millecanali ogni mese diamo conto del forte dibattito che si sviluppa da tempo su queste importanti questioni. Oggetto del contendere sono per esempio - si sa - la forte 'fuga in avanti' di Mediaset e La7, che hanno già imposto di fatto un sistema che prevede la pay-tv e il calcio quali elementi centrali della Tv digitale, la durissima lotta a coltello in corso con Sky (che in fatto di digitale ha a sua volta precorso i tempi, su un altro versante), l'opportunità di promuovere il digitale terrestre sul lato 'consumer', finanziando l'acquisto dei decoder, le procedure e i tempi finora seguiti, con alcune regioni 'all digital' già nel 2006 e una data di passaggio al digitale per tutti assai 'ottimistica' (fine 2006).
Non insistiamo su questi temi, rimandando appunto alla rivista mensile per il resoconto e i commenti su tali questioni. Ci è parso invece indispensabile occuparci in questo 'Insight', per ottime ragioni, di tecnologia digitale in quanto tale. E le ottime ragioni in oggetto sono che per poter dibattere su un tema così ampio e complesso bisogna proprio conoscerlo a fondo. C'è infatti anche un problema di formazione al digitale, un'indubbia necessità di conoscere e approfondire il tema che finora è stata riconosciuta e affrontata solo in parte. A questa lacuna cerchiamo in questa sede di cominciare a ovviare, a vantaggio di tutti gli operatori del settore audiovisivo.